mercoledì 18 febbraio 2009

Veni, vidi, persi

Per me sarebbe troppo facile sparare sulla croce rossa. Attendiamo quindi un post di commento da parte di Brad sulle dimissioni di Veltroni. Lui, che nel Kennedy de noantri ci ha creduto davvero...

martedì 17 febbraio 2009

...Sorupassato

Vabbè, persa la Sardegna abbiamo perso pure la faccia (chissà perché continuo ad usare il noi e non il loro).
Ci troviamo in un paese minuscolo, autistico, che non alza più lo sguardo neanche davanti a una mano che agita un giocattolo colorato.
Essendo la sconfitta di Soru così assurda, per un uomo di propositi progressisti come me... proviamo a riderci su, cercando una spiegazione totalmente folle al precipizio della sinistra.
Fulvio Abbate su Teledurruti si interroga: "Perché la sinistra sta così sul cazzo?"
E con Soru, come direbbe Moretti, "non c'entra... però c'entra!".


martedì 10 febbraio 2009

Que viva espana!


Con questo post fa il suo esordio su bradiponevrotico Pablo, celebre commentatore delle nostre avventure e uomo di punta dell'emigrazione italiana. A voi queste righe di vibrante protesta.


"In questi giorni, anche le maggiori testate d'informazione spagnole, hanno dato grande risonanza alla vicenda di Eluana, di cui proprio in questo momento apprendo della morte.
La maestria dei nostri governanti, per non usare sempre il singolare, è riuscita ancora una volta a distogliere l'attenzione della comunitá internazionale, ma soprattutto quella dei suoi cittadini, da questioni ben piu serie e urgenti (leggi approvazione legge sulle intercettazioni).
Peró, a differenza di altre vicende mediatiche, confezionate ad arte e date in pasto a quella grande macchina di propaganda che é il giornalismo in Italia e che ciclicamente si ripetono da troppo tempo ormai, questa volta si è abusato proprio di tutto, anche la tragedia di una famiglia normale, fuori dai teatrini del nostro parlamento. Ma non voglio parlare di questo caso.

In Spagna, Francisco Correa Sanchez, un imprenditore madrileño, é stato arrestato con varie accuse relazionate a casi di clientelismo politico.
Il caso sta investendo in pieno il partito d'opposizione, il PP, con forti ripercussioni politiche, varie dimissioni, minacce di espulsione e provvedimenti di espulsione interni al partito, come dichiarato dal segretario generale Mariano Rajoy.
La cosa bella é che l'impianto accusatorio si fonda totalmente su intercettazioni telefoniche, che sono state pubblicate su tutti i giornali.
Quindi, facendo quella bruttissima cosa che é il paragone, mi chiedo perché nessun politico spagnolo ha gridato all'uso criminoso delle intercettazioni?
Perché nessun politico ha sferrato attacchi alla magistratura, anzi ha garantito la sua indipendenza con appoggio e fiducia.

Quello che mi viene da pensare è che il mio paese stia andando un poco alla deriva. La nostra classe politica ci sta trascinando in un abisso d'ignoranza, di arretratezza economica e culturale e sta diventando sempre piú difficile vedere l'alternativa.
Ogni legislatura aumentano i berlusconi.
Solo Di Pietro sta lanciando un allarme serio e accorato, anche se Brad forse non condivide alcune sue, chiamiamole: "tecniche comunicative".

La Spagna sta vivendo un forte momento di crisi economica, con un sistema completamente da ristrutturare. È alle prese costantemente con il problema ETA (bomba ieri alla sede di Ferrovial), spinte federaliste forti in un sistema che é molto piú federalista di quello che Bossi vorrebbe. Per non parlare dei quasi 4 milioni di disoccupati, che aumentano con un ritmo di trecentomila posti di lavoro persi al mese.
Gli stessi problemi che abbiamo noi (meno vari conflitti d'interesse) e aziende di stato che vanno a picco.
La differenza é che qui la costituzione e le leggi si continuano a rispettare. I principi della vita democratica ancora valgono per tutti e nessuno mette in discussione l'ordine legalmente costituito. Non si utilizzano momenti di emergenza nazionale, per meri scopi personali e affaristici.
É pur vero che loro non hanno nessun magnate economico e della comunicazione come capo del governo, ma neanche ministri che hanno aziende o grandi capitali investiti.

Concludo pensando che non dovrei parlare bene di un paese che ci ha sbattuto fuori dall'europeo, peró é la dura e cruda realtá. Incasso e spero di assistere presto al risveglio di noi italiani.

Un saluto da Granada."

lunedì 9 febbraio 2009

Distinguere il possibile dall'impossibile


Quando si è così colpiti da ciò che accade, bisogna trovare parole giuste e consapevoli per esprimere concetti e idee difficili. Spesso - come in questo caso - non sono parole proprie ma di una persona di scienza e di umanità. Sottoscrivo anche le virgole... Bradipo


"La forte ondata emotiva che accompagna la vicenda di Eluana rischia di sviare l'attenzione dal cuore del problema. L'ordinamento del nostro Paese prevede per tutti il diritto di rifiutare i trattamenti. Anche i trattamenti cosiddetti "di sostegno", come la nutrizione artificiale o la trasfusione di sangue, ma ora si vorrebbe calpestare questa norma fondamentale, violando il diritto di autoderminazione delle persone, che è sacrosanto per ognuno di noi.

Capisco e intimamente condivido la commozione profonda che pervade in queste ore tutto il Paese, ma a questo punto il sentimento non deve impedire di capire cosa si può fare e cosa non si può fare. Cancellare la morte? Non si può fare. Evitare la sofferenza ai familiari o a chi assiste a una morte? Non si può fare. Abolire il diritto dei medici di decidere secondo scienza e coscienza? Ancora, non si può. Spazzare via con un colpo di spugna i diritti fondamentali delle persone e dei malati, conquistati con fatica e difesi per decenni? Neppure. Mettere governo e giustizia l'uno contro l'altra, con provvedimenti in cui la politica nega ciò che le Corti hanno deciso? Davvero non si può; e soprattutto non si deve. E io credo che il governo e il Parlamento non lo faranno.

Nessuno oggi, se non in un momento di smarrimento e confusione, può davvero pensare di ignorare i trecento anni di storia e di grandi progressi civili che ci hanno permesso di godere di un livello di vita accettabile e di disporre della libertà personale necessaria per costruire il proprio progetto di vita. Una legge che obbliga chi cade in coma ad una vita artificiale, senza coscienza e senza risveglio per decenni, anche contro la sua volontà, va contro i principi di libertà e non verrebbe mai sottoscritta da nessun presidente di una democrazia avanzata. E tanto meno dal nostro Presidente della Repubblica, che è il custode della Costituzione e dei suoi più alti valori. Inoltre le leggi non dovrebbero mai essere fatte sull'onda delle emozioni, ma su una pacata e lucida analisi della realtà.

Penso di essere in Italia, per età e per professione, uno fra coloro che maggiormente ha lottato sul campo per la vita, la sua qualità e per il diritto di viverla nella sua pienezza, e credo anche di essere fra coloro che più da vicino hanno vissuto accanto alla sofferenza, al dolore e alla morte. Così ho imparato a distinguere il possibile dall'impossibile. Ciò che si può fare, è, da parte della scienza, lottare fino all'ultimo per la salute del malato e annullare il dolore fisico, e, da parte della società, aiutare le persone nel momento di massima debolezza, quando sono colpite da malattie gravi, senza calpestare mai i loro diritti.

Ora, se il Paese applica le conclusioni della Cassazione - che confermano che la volontà di Eluana era di rifiutare la vita artificiale e che questa volontà va rispettata - fa ciò che umanamente e civilmente è possibile fare di fronte al terribile dramma di questa donna e della sua famiglia. Se non lo fa, non risolve la tragedia e condanna Eluana a invecchiare incarcerata nel suo letto, senza vedere, senza sentire, senza parlare e soprattutto senza avere coscienza. In questo caso il Paese metterebbe anche pericolosamente in gioco gli stessi principi su cui ha fondato la sua esistenza e il suo straordinario sviluppo. Si tratterebbe di violare il principio della separazione dei poteri, quello giudiziario e quello politico esecutivo, che dal 1700, dalla Rivoluzione francese in poi, ha scritto la storia delle democrazie nel mondo e segnato la fine degli imperi e i governi assoluti. E' importante che la gente, che oggi è comprensibilmente confusa dalle tematiche toccanti e incerte della morte, sappia comunque che se vedessimo che la politica prevarica la giustizia , sarebbe davvero preoccupante per il futuro.

Ciò che rassicura noi "ottimisti della ragione" è che un caso analogo si è già verificato negli Stati Uniti per Terry Schiavo quando era presidente George Bush. Anche Bush pensò allora di impedire che fosse interrotta la vita artificiale di Terry sospendendo una sentenza di Tribunale; tuttavia la Corte Suprema levò gli scudi in difesa dei principi fondamentali degli Stati Uniti d'America e Terry, il cui cervello all'autopsia apparve poi del tutto devastato, ha potuto così concludere la sua disumana avventura."


Umberto Veronesi


(Corriere della Sera, 6 febbraio 2009)