lunedì 26 novembre 2007

Bio-Festa anni '70 ("cioè, in che senso?")


Fine settimana all’insegna della delusione per non aver raggiunto la città dell’auto. Però, grazie all’intervento di Cipputi ho partecipato a strani riti ludico-collettivi. Per esempio.

Sabato sera, festa anni ’70 a sfondo biologico, nei castelli fuori città.
L’obbligo – piuttosto blando – era di indossare capi anni settanta ma non si è fatto troppo caso al mio look contemporaneo, quanto al vino biologico che io, lucy e marshal avevamo portato.
A ben guardare, nessuno era realmente vestito come richiesto, tranne una coppia di mezza età (probabilmente padroni della casa e genitori dell’organizzatrice) che avevano un indubbio vantaggio rispetto a noi giovinastri, quello di essere due freakkettoni sopravvissuti. Io, con apparente naturalezza, indossavo un nastrino rosso sulla testa, tipo woodstock ma con molti meno capelli.

La festa è stata carina: s’è bevuto, mangiato e spalancato le porte della percezione. Ma sarebbe stata una festicciola qualunque se non si fosse materializzata la vera protagonista della serata (a parte l’amico Cipputi, uno dei bio-organizzatori, provolone, sempre una spanna sopra), un personaggio mitologico metà donna metà Verdone in fase hippy in “Un sacco bello”. Peccato per l’assenza di un sosia di Mario Brega (“A me fascio?! A zoccole', io non so’ communista così, so’ communista così!”). Fa sempre un certo effetto incontrare persone così incredibilmente identiche a dei personaggi comici. La razionalità porterebbe a pensare che tali personaggi siano inevitabilemente estremizzati, esagerati, banalizzati e infarciti di luoghi comuni, giusto per attrare il pubblico-massa. E invece, esistono e sono grandissimi.
A un certo punto della discussione ho avvertito un brivido lungo la schiena quando, a proposito della cooperazione in Africa, ha detto con la consueta voce nasale: “che poi l’africa è stata divisa con la squadretta dai colonialisti, senza tenere conto della cultura dei popoli abboriggeni”. Per poi proseguire, a proposito della contestazione alla Prestigiacomo alla manifestazione di sabato, con una frase magnifica: “Perché la violenza genera sempre violenza”. Ipse dixit.
Cosa volete dire a una così saggia?

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Il Bello è che i vecchi frikkettoni non erano i padroni di casa, ma due frequentatori del laboratorio teatrale der Pigneto. Poi, pensa che bello se gli anni 70 fossero stati come la festa: tutti compagni, terzomondisti e jeansazzampa...però senza rigidità o dogmi.
In ogni caso, rivendico (e uso un verbo molto in voga ai tempi) l'accuratezza della mia mise da brigatista!
Ps: mancava solo l'ormai mitico compagno etiope...

Anonimo ha detto...

Come si spalancano le porte della percezione?
PS Quesito importante: ti piace ma capisci che dall'altra parte non è così ma rendi conto che forse "non è ancora così"..... che fai?

bradiponevrotico ha detto...

ti si nota di più se vai e resti in disparte o se non vai?

brad

Unknown ha detto...

Diciamo che in coppia saremmo stati fanstastici;in realtà il bradipo e la bradipa sarebbero stati fantastici ovunque,come sempre, con la loro aria da Sandra&Raimondo (colpa di lui,sempre,se lei rimbrotta e brontola in continuazione). Grazie a Cipputi che lo porta sempre a fare "uagliuttelling" come insegna l'ormai superato Peter-Marchesiello-Pan.E se trova un'altra Trilly "ve faccio vedè io!". e mò, fateme lavorààà.
g

Anonimo ha detto...

Great work.