martedì 27 novembre 2007

Capo-danno

E finalmente arriva la fine dell'anno. O quasi. Io non so da che città o paese venite, ma è probabile che anche per voi questo sia il periodo in cui la famosa domanda comincia ad assillarvi. Si tratta, è ovvio, dell'odioso "Che fai a capodanno?".
Ogni anno, quando torno ad Alcamo per le vacanze natalizie, comincia il supplizio. Qualsiasi persona incontri per strada vuole sapere che faccio la sera del 31 dicembre. Del resto non gliene può fregare di meno. Potresti dirgli che non ti chiami più Laura, ma Mario e che sei stato a Casablanca, e loro senza scomporsi risponderebbero: "bravo Mario, che fai a capodanno?".
Che poi, gira e rigira, l'organizzazione del capodanno segue con ineluttabile determinismo un ordine cronologico fisso di anno in anno. La prima volta che il gruppo di amici tira fuori l'argomento, c'è uno che dice: "Quest'anno vado pure in Burundi, anzi vado a letto alle 10... ma stavolta al paese non ci rimango". Tutti concordano e stabiliscono - giurando e rigiurando con patti di sangue e antichi riti wodoo - che stavolta si va a fare il capodanno in una capitale europea, e "curnutu cu sinni penti!". Questa opzione sfuma quasi subito, appena ci si rende conto che io sono stato a Londra e vorrei vedere Berlino, tu a Berlino ci sei stato ma opteresti per Barcellona, lui e lei sono stati a Barcellona e poi diciamoci la verità... low cost low cost, a un mese da capodanno, il massimo del Low sono 300 euro.
Si passa dunque a Roma. San Silvestro a Roma, tutti a casa mia. Entusiasti quelli che vivono tutto l'anno tra Alcamo e Palermo, disperato io che ci sto tutto l'anno. Per fortuna, l'ipotesi naufraga quando ci si rende conto che aerei non ce n'è più, e col treno va via troppo tempo, "è una sfacchinata". A Questo punto, casualmente tutti gli anni, viene fuori l'ipotesi "alternativa": due giorni in una baita sull'Etna, perché tutti in fondo, hanno sempre sognato un fine settimana alla Boldi e De Sica, stile vacanze di Natale 90. Poi, finalmente, qualcuno ha il coraggio di dire quello che tutti pensano: "Secondo me, due giorni chiusi in una casa in montagna ci rompiamo i coglioni... e poi io l'uno a pranzo devo essere a casa per mangiare con i parenti".

Vabbene, allora Capodanno in giro per Catania. Per chi non avesse origine nella Sicilia occidentale, faccio una postilla. Per noi satelliti gravitanti attorno Palermo, Catania è la vagheggiata città ggiovane, dal fermento culturale continuo e andergraund. Non a caso tutti cantanti vengono da lì e non da Palermo: Battiato, Carmen Consoli, Mario Venuti, Fiorello (ma Fiorello non è un cantante, e non è pure di Catania, è di Augusta - ah, vero). Il capodanno di Catania ce lo immaginiamo fatto di rave parties superclandestini e musica tecno ad ogni angolo. Ma siccome a noi la musica tecno, in effetti, non ci è mai piaciuta, e oltretutto c'è sempre uno del gruppo che giura che un anno il 31 dicembre lo ha fatto a Catania e non si è divertito per niente... boicottiamo anche l'opzione Catania, che tra l'altro... "è una sfacchinata".
Ci avviciniamo all'epilogo. Si concorda, con un pizzico di delusione ma con qualche rimasuglio di energia, che l'unica soluzione per salvare dignità e pranzo dell'1 con i parenti è organizzare il veglione a Palermo a casa di qualcuno. Tutto purché non rimanere ad Alcamo. Non se ne parla più fino a due giorni prima di capodanno. A quel punto, qualcuno comincia a defilarsi, in genere la coppietta più noiosa del gruppo, dicendo che essendo stati invitati i parenti di Caltagirone per il cenone, non possono venire. E' la prima crepa del muro, che crolla inesorabilmente in poche ore. Nessuno più vuole andare a cenare a Palermo, tranne gli unici due pirla che avevano organizzato tutto, perchè tanto a casa loro "la cena di capodanno è una tristezza, non ci sono parenti, e si guarda il programma della De Filippo fino a mezzanotte per aspettare il brindisi".
Finale scontato come un film americano: si resta ad Alcamo. Al massimo, idiozia delle idiozie, si parte per Palermo dopo il brindisi di mezzanotte, rimanendo imbottigliati all'entrata della città fino alle 2 di notte, per poi girare tra i botti e le fucilate senza una meta.
E ogni anno, giuro, è sempre la stessa storia. Quindi, non importa chi sei e da dove vieni. A questo punto, l'unica cosa che conta è: "Cosa fai a capodanno?"

5 commenti:

bradiponevrotico ha detto...

Non avevo neanche finito di leggere il post che Dunat su gtalk mi ha chiesto "cosa fai a capodanno?"
E' proprio vero che Cipputi è un maestro di vita (come il maestro Do Nascimento).

Cipputi ha detto...

Sono così avanti che ho già fatto il giro e vi vedo di spalle...

Unknown ha detto...

cari,è la vostra FunnyG a superarvi: da tre anni scende in piazza (con la tuta sotto il cappotto e gli occhietti di sonno), fa gli auguri a tre o quattro amici già ubriachi di amaro lucano e torna a casa.Guarda un film e va a nanna.Ho inziato a trovare idiota festeggiare per forza una notte come le altre, stressarsi per decidere, litigare, pure.Ma perchè?anzi, nel 2006 ho anche fatto un giro bellissimo quella notte: carcere,ospedale e piazza prima di andare a nanna.E quest'anno mi ripeterò.g

bradiponevrotico ha detto...

quest'anno ti rapisco, altro che...

P.S. ma che tristezza ubriacarsi di amaro lucano!

Anonimo ha detto...

......che il giorno dopo hai tanta acidità di stomaco. Però e`buono!