
giovedì 6 dicembre 2007
fabbrica di morte

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Il bradipo vive tutta la vita stretto ai rami di un albero, aspettando che una femmina passi a svegliarlo (momentaneamente) dal torpore. Alcuni di essi sono costretti dalla vita moderna, dalla sorte o dal destino infame all’emigrazione, dalla foresta brasiliana verso le metropoli della costa est. Costretto a lavorare per sopravvivere, a correre dietro alla metropolitana, a mettere cravatte e a rispondere sì sorridendo ai capobranco, il bradipo subisce una mutazione e diviene bradiponevrotico.
3 commenti:
Forse piuttosto che non lamentarci del nostro lavoro...
dovremmo lamentarcene lo stesso, e lamentarci cento volte tanto per quello degli operai e dei muratori.
hai ragione, ma questo riguarda la sacrosanta rivendicazioni delle condizioni di sicurezza sul lavoro e i diritti di lavoratrici e lavoratori.
Io però mi riferivo alla fuorviante idea della competizione e del miglioramento economico continuo e cospicuo, che quasi sempre si svolge in condizioni di distacco dalla realtà, dalla realtà vera, vasta, a volte drammatica.
Ciau Cipputone
parole sante.
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