venerdì 2 maggio 2008

Sulla Sicurezza


Si è fatto un gran parlare della sicurezza. E il frastuono continua.
Si è detto che la battaglia per il Campidoglio è stata persa da Rutelli proprio su questo terreno. Anzi lo ha detto proprio Rutelli, come velata accusa al predecessore Veltroni per non aver fatto abbastanza.
“Non è la prima volta nella storia d'Europa che la cronaca nera prende uno spazio abnorme e simbolico: nelle scelte governative, nelle campagne elettorali, nel farsi delle carriere politiche, nelle strategie dei mezzi di comunicazione”. Così comincia un’analisi illuminante di Barbara Spinelli su La Stampa che incornicia la questione aggiungendo che “l'emozione che prende il posto della comunicazione, l'ossessione delle cifre, il linguaggio bellico, le «lunghe scie di sangue»: la stampa imita il politico, perde autonomia, invece di registrare e interpretare escogita titoli-arpioni”.
Per minime esigenze elettorali assistiamo da mesi al terrorismo di chi ci fa credere che siamo assaliti a rotazione da cinesi, neri, extracomunitari in genere, ma soprattutto rumeni o rom, che sembrano essere diventati sinonimi.
La sinistra riformista da anni cerca di togliersi di dosso l’immagine lassista e cerca di mandare messaggi chiari, a volte burleschi, del proprio intento securitario. La destra va a nozze con questi temi perché del timore del diverso e sul mito dell’ordine a tutti i costi si alimenta da sempre.
Non voglio ignorare il bisogno di ciascuno di sentirsi sicuro in casa propria e per strada, né si possono ignorare i fatti di cronaca che sempre avvengono e sempre provocano in noi reazioni di orrore o rabbia. Niente di tutto questo. Ci sono zone di Roma per esempio in cui la legalità è assente e non si gira certo tranquillamente.
Ma qual è la reazione che si avverte in giro? È colpa degli stranieri, è colpa dei rumeni, ma soprattutto è colpa degli zingari.
Ecco: il problema del rispetto della legalità si trasforma in accanimento xenofobo, cioè mirato ad alcune etnie in particolare. Il gioco è fatto, la degenerazione evidente. Ho paura quando rifletto su questi aspetti. Mi sembra di essere in un sistema che deve cercare capri espiatori per perseguirli addossando loro qualsiasi colpa, per poi scoprire la barbarie cui si va incontro.
Se c’è un problema in Italia è la certezza della pena, ma questo è un tema scomodo perché non riguarda solo gli zingari brutti-sporchi-ignoranti-ladri e rapitori di bambini, ma le cravatte inamidate delle grandi frodi finanziarie, la collusione al malaffare di tanto personale politico, le piccole beghe illegali di ciascuno di noi.

P.S.
Per fortuna ci sono i poeti. Non ho mai pensato “che a canzoni si fan rivoluzioni” ma ascoltate questa canzone

Nessun commento: