lunedì 12 maggio 2008

Una palla inseguita da 11 uomini

(questo post è colpa di Manu CheGue)

Se parli di calcio con una donna con molta probabilità ti dirà che è uno sport stupido, in cui 11 uomini inseguono una palla (non si sa poi perché sono 11 e non 22!). Pensavo a questa visione del calcio mentre sabato andavo a Bergamo, per vedere Lecce - Albinoleffe. E se fosse la definizione giusta?
In mattinata ho incontrato alcuni amici, da Modena, da Parma…Si parte con la sciarpa, rigorosamente la stessa da anni piena di sudore. Arriviamo allo stadio, manca un’ora alla partita, già si canta, dietro di me sento un ragazzo che incita: ”lu lecce se sta scarfa, tocca ni tamu la careca”. Ci guardiamo intorno alla ricerca di facce conosciute, magari del nostro stesso borgo selvaggio, con il solito pullman che segue la squadra in giro per l’Italia. Lavoratori e studenti da ogni parte del nord, la rappresentanza del cantone svizzero/salentino sempre presente un po’ per passione, un po’ per nostalgia; due chiacchiere con l’amico di facoltà, con il collega che non vedi da un paio d’anni, c’è anche qualche compaesano ma è troppo lontano per andare a salutarlo.
Ore 16: ognuno fa il suo gesto scaramantico e la partita ha inizio. Uno sguardo al campo, un altro ai personaggi che popolano la curva, cori e sciarpe tanti, striscioni nessuno per rispetto della legge, frasi colorite verso chiunque non abbia qualcosa di giallo-rosso addosso.
Ma la curva non è fatta solo di persone comuni ma pullula di personaggi letterari. C’è il tipo che passa tutto il secondo tempo ininterrottamente a fare gestacci che mimano una fellatio) verso il settore dei bergamaschi e si giustifica dicendo “c’è uno in tribuna che ce l’ha con me”; c’è n’è un altro che passa il tempo a sbattere violentemente la testa ed il corpo contro i pannelli di plexyglass. Ma sono figure di contorno.
La partita non è entusiasmante ma bella. Nei primi venti minuti le notizie interessanti non arrivano dal campo ma dalla radio: il Grosseto vince 2 a 0 sul Bologna. Ora tocca a noi vincendo saremo secondi! I cori diventano più forti e frequenti, il Lecce attacca, al 33’ Abbruscato crossa in aria, Zanchetta non dà la giusta forza alla palla ma ci pensa il Tir(ibocchi) a risolvere la situazione calciando con forza in rete!!! (si festeggia a ritmo di kali nifta, ovviamente nella versione ultrà).
Finisce il primo tempo e l’intervallo serve per fare un po’ di calcoli. Perdono tutte le dirette concorrenti, perde anche il Bari che non è assolutamente una diretta concorrente per la serie A, ma è una notizia che rende perfetta una domenica, ops, un sabato, sulla carta particolarmente difficile.
Tra calcoli, battute e una puntatina al bar per l’immancabile Caffè Borghetti si riparte, i giochi nelle altre partite sono ormai chiusi, quindi si può abbandonare la radiolina e concentrarsi sulla nostra gara. Cantano tutti ormai, anche i più restii a questo tipo di tifo non fanno altro che incitare, senza pensare che domani a lavoro, in facoltà o peggio ancora in famiglia non avranno più la voce per parlare.
Arrivano i primi cambi: nonostante il vantaggio mister Papadopulo modifica la squadra rendendola ancora più offensiva; il Lecce domina la partita ma bisogna chiuderla. Ci pensa Zanchetta con una punizione dal limite che proietta il Lecce verso la serie A ma soprattutto regala ai 1000 salentini presenti emozioni indescrivibili. Tutti a festeggiare sotto il settore ospiti…Mister e panchinari compresi!
Ci sarebbero da raccontare altri due goal ma ormai sono in pochi a seguire la partita, c’è solo voglia di festeggiare e di liberarsi…gli ultimi minuti della partita sono dedicati alla prossima sfida, quella contro il Bari. Usciamo dallo stadio soddisfatti di questa trasferta, ripenso ai primi pensieri di questa mattina……..eh si, il calcio è solo una palla inseguita da 11 uomini!

1 commento:

Anonimo ha detto...

C'ero pure io, ovviamente, visto che ci sono quasi sempre. Vorrei protestare per il prezzo esagerato del mitico caffè Borghetti. 11 bottigliette 25 euri! fabrizio