mercoledì 2 luglio 2008

C-appelli da indossare

Lo so che le cose non andrebbero mischiate. Figuriamoci gli appelli. Ma dato lo scarso tempo a disposizione, io lo faccio. E poi si tratta in entrambi i casi di democrazia il pericolo.

APPELLO N.1:

Iniziativa, promossa dall'on. Furio Colombo, il senatore Francesco Pardi e Paolo Flores D'Arcais.


'Care concittadine e cari concittadini,
il governo Berlusconi sta facendo approvare una raffica di leggi-canaglia con cui distruggere il giornalismo, il diritto di cronaca e l'architrave della convivenza civile, la legge uguale per tutti.

Questo attacco senza precedenti ai principi della Costituzione impone a ogni democratico il dovere di scendere in piazza subito, prima che il vulnus alle istituzioni repubblicane diventi irreversibile.

Poiché il maggior partito di opposizione ancora non ha ottemperato al mandato degli elettori, tocca a noi cittadini auto-organizzarci. Contro le leggi-canaglia, in difesa del libero giornalismo e della legge eguale per tutti, ci diamo appuntamento a Roma l'8 luglio in piazza Navona alle 18, per testimoniare con la nostra opposizione – morale, prima ancora che politica – la nostra fedeltà alla Costituzione repubblicana nata dai valori della Resistenza antifascista.

Vi chiediamo l'impegno a "farvi leader", a mobilitare fin da oggi, con mail, telefonate, blog, tutti i democratici. La televisione di regime, ormai unificata e asservita, opererà la censura del silenzio.'

I mass-media di questa manifestazione siete solo voi.'


Dice "ma tanto non cambia niente", è vero, non abbiamo la forza di cambiare le cose al momento, ma è questione di dignità minima, come ai tempi del fascismo: Non immischiarsi con i criminali, non esserne complici, è il minimo che possiamo fare.


APPELLO N.2


(Da www.riccardoorioles.org) "Un fatto gravissimo, che potrà avere effetti devastanti per la libertà di espressione sul web in Italia. Carlo Ruta è stato condannato per "stampa clandestina", solo per aver gestito un sito di documentazione storica e sociale, in sostanza un normalissimo blog, di cui peraltro era stata comprovata, dalla polizia postale di Catania, la non periodicità regolare.
L'incredibile sentenza è stata emessa dal giudice Patricia Di Marco, presso il tribunale di Modica, dietro denuncia presentata dal magistrato Agostino Fera, noto alle cronache per le censure di cui è stato fatto oggetto da diversi parlamentari, da Giuseppe Di Lello al presidente dell'Antimafia Francesco Forgione, in relazione alla gestione dell'inchiesta giudiziaria sul caso del giornalista Spampinato.
Una sentenza del genere, che reca riscontri soltanto in Cina e in qualche nazione a regime dittatoriale, per le leggi che vigono nel nostro paese è un'assurdità. Costituisce un attacco frontale al mondo del web, alla democrazia, ai diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione. E' quindi importante che le realtà delle reti, le sedi dell'informazione, le espressioni del paese civile rispondano con la massima determinazione. Firma anche tu la petizione per Carlo Ruta: oggi tocca a lui, domani potrebbe toccare a te!
Petizione: www.censurati.it/voxpeople/carloruta/"


Carlo Ruta è una persona pulita, ossessionata dalla verità, come solo si può essere in Sicilia per non abbandonarsi alla virtus che stat in media tra mafia e legalità. Il solito amico del nostro blog lo intervistò due anni fa, quando fu condannato in primo appello. Per capirci qualcosa di più leggi l'intervista.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Io a piazza navona ci sono stata, ma sono perplessa, molto perplessa!

Cipputi ha detto...

Spiegaci perché sei molto perplessa...

Anche io ci sono stato. Mi sono piaciuti gli interventi di Moni Ovadia, Di Pietro, Camilleri, Fiorella Mannoia, Marco Travaglio. Non mi sono piaciuti gli interventi di Beppe Grillo e di Sabina Guzzanti.
Mi è piaciuta l'atmosfera tra la gente in generale, e il timido riapparire di bandiere rosso in una manifestazione non marxianamente ortodossa.
Volevi una manifestazione in cui tutto era condivisile dall'inizio alla fine? Ma la democrazia è questa: ognuno parla, e ognuno con la sua testa è libero di giudicare bene o male quello che ascolta.
In ogni caso, meglio della finta democrazia televisa nel salotto di Vespa.
Almeno eravamo tanti, decisi a difendere la costituzione, e presenti... in carne ed ossa.