I titoli odierni dei giornali, dei telegiornali, dei siti internet non lasciano spazio all’ironia, sottolineando con toni tragici la disfatta della nazionale di calcio. Un coro greco che scandisce la tragedia di una squadra (e dei suoi tifosi) con il vessillo sul petto della vittoria del 2006 ma senza alcuna motivazione non dico a vincere ma neanche a partecipare al torneo.
Eppure stavolta, a differenza di quattro anni fa, non avevamo scandali in corso, retrocessioni annunciate e cazzi vari. Sia la squadra che i tifosi italici potevano preparare con concentrazione l’appuntamento. Eppure sembravamo tutti poco interessati al mondiale, quasi rassegnati all’evidenza del fallimento, della prevista Caporetto a seguito della quale Lippi-Cadorna lascia con vergogna e si spera moderatamente che Prandelli-Diaz riesca a dare una svolta.
Ma perché abbiamo bisogno di continue Caporetto per ricominciare?Ovviamente, non ho risposte anche perché la cosa riguarda molti di noi e in particolare il sottoscritto bradipo.

Ecco, probabilmente faremo così: ci rimboccheremo le maniche col nuovo allenatore – approfittando del fatto che Prandelli ha un carattere molto diverso da Lippi – e al prossimo campionato europeo di calcio ci presenteremo con un minimo di dignità, con uno straccio di motivazione e con quell’interesse da parte dei tifosi che in quest’occasione e mancato. E dimenticheremo quello che è successo ieri, allo stesso modo di come abbiamo rimosso i mondiali del ’74, tangentopoli, calciopoli, paperopoli, il fascismo e il gioca-jouèe.
P.S. ieri ho visto la partita in una situazione fantozziana: sala ricreativa così sistemata: davanti gli uomini in camicia e cravatta che durante la partita invece di soffrire si lasciavano andare a commenti tecnici di una banalità sconfortante, tipo «non stiamo sulle gambe», «quattro anni fa eravamo più forti» o «stiamo perdendo con i boscaioli sloveni» (giuro l’ho sentito davvero!); dietro c’erano le donne che ridacchiavano e parlottavano, al massimo pronunciando ogni tanto un «perché non segnano?». Sull’esterno io, in quanto consulente.
Per chiudere, sul 2-0 per la Slovacchia un giovane e abbronzantissimo dirigente napoletano ha esclamato: «Uaaaa, meno male che ho scommesso sulla vittoria della Slovacchia»