lunedì 30 agosto 2010

L'Italia che VeDrò

Non è che uno debba fare per forza il grillino, o debba vedere complotti e pericolose Spectra dovunque, solo che un cittadino per farsi un'idea più o meno razionale ha diritto ad avere a disposizione più dati possibili. Anche perché tra non molto a tanti di noi toccherà votare per le primarie del centrosinistra, e di sicuro ci verrà propinato un illuminato Obama dietro l'altro, tutti con l'imene morale ricostruito fresco fresco per l'occasione. Rivergination dei popoli.
Allora, giusto per farci un'idea, facciamo un'esempio.
Avete presente come si odiano centrosinistra e centrodestra?
E le dure parole che il Pd si è deciso a pronunciare contro Berlusconi e i berluscones?
E i gli slogan che arrivano da entrambe le parti contro "i poteri forti"?
Difendere il piccolo consumatore dai poteri forti! ecco, si, giusto.
Per non parlare della nuova generazione di politici quarantenni, tutti internet e meritocrazia. Basta con gli inciuci, chiarezza e trasparenza.
Ecco appunto, vediamo. Anzi...VeDrò. Questo è il nome di un'iniziativa che dal 2005 viene organizzata nel comune di Drò, in provincia di Trento. Dietro questa sigla, c'è un'organizzazione - come chiamarla? associazione, ente, comitato? - stranamente folta e qualificata per un'iniziativa che si svolge per quattro giorni all'anno.
Di che tratta l'iniziativa? Leggiamo dal sito: "È un'iniziativa che coinvolge opinion leader più giovani della vita del Paese, secondo lo schema che è loro più congeniale: trasversalità culturale, professionale e politica, propensione ad analizzare temi e fenomeni secondo una chiave prospettica, aspirazione a disegnare gli scenari possibili e a individuare le politiche più idonee per i prossimi dieci anni".
Oibò, e chi sono questi opinion leader giovani? Leggiamo un po' di nomi nell'elenco del comitato esecutivo e scientifico. Troviamo: Enrico Letta (vedi al capitolo giovani internet e meritocrazia, possibile candidato alle primarie per il Pd), Giulia Bongiorno (parlamentare centrodestra, ex avvocato di Andreotti, nonché finiana recente), Angelino Alfano (si quello del processo breve e di tutte le leggi porcata fatte per salvare l'amato capo Silvio), Giulio Napolitano (figlio del Presidente della Repubblica), Filippo Andreatta (Pd, docente universitario, nonché editorialista del Corriere della Sera), Gianluigi Paragone (vicedirettore Tg2, in quota Lega Nord), Antonello Piroso (giornalista neo-trombato di La7), Renata Polverini (governatrice del Lazio, Pdl), Giovanni Floris (conduttore Rai), Filippo Facci (giornalista de Il Giornale), Filippo La Mantia (chef di classe), Alberto Castelvecchi (Editore) Francesco Boccia (Pd, pluritrombato da Vendola alle primarie della Puglia) e addirittura Enrico Bertolino (No? Il comico barricadero di sinistra?).
Ora ho elencato solo i più famosi, ma ci sono altre decine di nomi che a ben cercare rappresenteranno di sicuro altrettanti poteri forti. A proposito, da chi è sponsorizzato questo festival che si svolge in un paesino dell'estremo nord Italia?
Enel, Moby, Edison, Sky, Glaxo (colosso farmaceutico), Alitalia, Ferrovie dello Stato, Autostrade Spa, Ibm, Sisal, Campari, Nestlè, Eni, Conad, Vodafone, Farmindustria e Adidas.
Insomma, gruppi economici che per contiguità sono in grado di coprire tutto l'arco costituzionale.
Tutti innamorati di Dro e della manifestazione VeDrò?
No, improbabile. Piuttosto VeDrò è il pretesto per dare una forma a una lobby. Un gruppo di persone, certo trasversale, che difendono degli interessi in maniera più o meno.. riservata.
Parlando con la persona che mi ha detto di dare un'occhiata al sito di VeDrò, mi sono sentito raccontare che uno dei temi politici su cui questa lobby fa pressione in Parlamento è proprio quello della giustizia. Un gioco di sponde tra destra e sinistra a suon di emendamenti e articoletti aggiunti o sottratti.
Dunque, questa è solo una delle mille lobby che legano a doppio filo persone che davanti alle telecamere e ai taccuini dei giornalisti si scannano, salvo poi mettersi d'accordo sui dobloni.
Io spero tanto che non sia questa l'Italia che VeDrò.

giovedì 26 agosto 2010

E la chiamano Estate

E si riparte, cari amici del blog (quale inizio più televisivo).
Vorrei spendere e spandere parole adrenaliniche di quelle che fanno venir voglia di buttarsi a lavoro in giacca e cravatta senza rimpiangere l'estate, ma non sarei sincero al cento per cento.
Vi scrivo invece dalla terra di mezzo di una settimana cuscinetto. Dicesi settimana cuscinetto la settimana in cui si ricomincia a lavorare, ma metà della gente è ancora in ferie e quindi di rimando anche tu lavori meno. Dunque, una settimana di reinserimento graduale. Non male.
E' stata un'estate irrequieta e alla ricerca di.
Cipputi oltre al solito passaggio familiare in Sicilia ha girato la Tunisia, su degli scassatissimi furgoncini adibiti a taxi collettivi. Specialità di questi cosi chiamati louage, è un autista psicotico che si diverte a sorpassare esclusivamente in curva mentre grida al telefono e ascolta improbabile musica tecno-araba. L'autista di louage poi è solito fermarsi in un punto imprecisato della campagna desertica per ritirare qualche chilo di carne igienicamente non garantita e rivenderla cento km dopo a uno che ha spinto a bordo strada a forza di strombazzamenti di clacson e movimenti frenetici di mano.
Per il resto la Tunisia è un paese normale. Se si fa eccezione per le ragazzine che si fanno il bagno a mare completamente vestite con tanto di velo sotto 40 gradi al sole. E se si fa eccezione per il radaman. Passeggiare per le strade di Tunisi alle sette di sera (un quarto d'ora prima del via libera a cibo e acqua dopo 15 ore di digiuno totale) è un'esperienza unica. Deserto totale, paragonabile solo ai viali di Roma a 5 minuti dal calcio di inizio della finale dei mondiali in cui gioca l'Italia. E questo dice molto sulle veri fedi dei due popoli.
Dopo alcuni giorni di Sicilia mi sono spostato a casa di Brad in Salento. Finalmente ci ho messo piede per la prima volta. Intanto non posso non rimarcare con estrema soddisfazione che sono riuscito a evitare qualsiasi accenno di pizzica e taranta per ben tre giorni. Un miracolo.
Ma detto questo, ho intuito (perchè tre giorni sono troppo pochi), una terra con posti di mare bellissimi, e assaggiato pregiati pezzi di tavola calda, come il rustico, e di pasticceria, come il pasticciotto.
E inparato alcuni vocaboli in salentino dal suono affascinante. Crai, che vuol dire domani (dunque, se Janis Joplin fosse stata salentina, avrebbe cantato più o meno Dooooooomaaaaani Babyyy), e Stria, che vuol dire bambina. dunque o "Doooomaaaani babyyy", oppure "Piaaaaaaaaangi Striiiiiiia".
Il ritorno ha visto la consolidata coppia Brad e Cipputi risalire in seicento amaranto (si va che un incanto) carica di vettovaglie dalla Puglia a Roma, chiaccherando di donne A motore e cantando il repertorio di tutti i cantautori apprezzabili in circolazione (compresi i litfiba, cazzo).
Roma ci accoglie stupefatta. Siamo partiti io capellone e barbuto e Brad sbarbato, torniamo al contrario. io rasato e senza barba (età all'evidenza, 21 anni) e Brad superbarbuto (ma mi spiace, non si può dire capelluto).
Insomma, un finale a rovescio, per un'estate non liscia.
Settembre ci attende minaccioso. Ma noi abbiamo l'ironia dalla nostra. E anche qualche mossa di Kung fu.