mercoledì 28 gennaio 2009

A luci spente

Dovrei cercare un lavoro, invece mi ritrovo a guardare la diretta da Piazza Farnese (Roma) della manifestazione “organizzata dall’Associazione nazionale dei familiari delle vittime di mafia per la giustizia e a sostegno di Luigi Apicella”, da molti inserita in quel grande calderone con su scritto Grillo, Di Pietro e Travaglio. Il contenuto di questo calderone è stato mescolato troppo spesso, ma devo ammettere, allo stesso tempo, che alcuni elementi della barricata sono mal rappresentati o non dovrebbero proprio esserci. Di Pietro, ad esempio, ammettendo che io creda nella sua buona fede, non può non comprendere che i suoi interventi danno spazio alla controparte. Questa mattina, ad esempio, avrebbe potuto risparmiarci il suo contributo, poteva stare in mezzo alla gente ad ascoltare se ne aveva voglia, così le tv e i giornali non avrebbero coperto la manifestazione, riportando solo le famose frasi infelici dell’onorevole, distogliendo l’attenzione dei telespettatori e dei lettori. Tempo fa credevo anche nelle potenzialità di Grillo il sovversivo, poi, - non più inconsciamente - condizionata dalla mia tv e da alcuni errori di comunicazione da parte dello stesso, lo seguo a distanza; non metto in dubbio che abbia delle cose da dire, gli concedo anche di urlarle, ma avrei preferito che oggi avesse fatto un breve e sobrio intervento in linea con la dignità delle persone salite su quel palco.
Ma il punto oggi è un altro, mi sono emozionata stamattina a sentire alcune testimonianze, sarà che il dolore e la rabbia sono contagiose e si trasmettono facilmente. Troppe connessioni fra passato e presente, che non possono non essere considerate. Ieri ho seguito Matrix con l’intervista a Gioacchino Genchi, sono rimasta perplessa spegnendo l’apparecchio televisivo; ho riflettuto a luci spente, cercando di incasellare i miei pensieri. Non riuscivo a comprendere pienamente alcuni percorsi investigativi e gli strumenti utilizzati, investendo così Genchi di questa aura di spia d’altri tempi, un misto fra un topo da biblioteca e un hacker asociale, il tutto intriso da un piglio assassino. Non sento di possedere tutti gli elementi per analizzare in profondità la questione, senza considerare i troppi atti depositati in troppe procure. Ho seguito il mio istinto e ho deciso di stare dalla parte di questi magistrati allontanati o rimossi dai propri incarichi, mi ricordano tanto altri trasferimenti, ormai scritti nella storia. Mi sono vergognata di non aver preso una posizione prima d’ora, almeno scrivendola a me stessa. Mi son chiesta cosa avrei fatto agli inizi degli anni ‘90, avrei capito subito o avrei dovuto aspettare l’odore della morte per unirmi al coro. Oggi sono diventati più intelligenti a mio parere, la morte smuove il consenso, oggi invece si denigra, si allontana, si insabbia e nel corso del tempo si costruisce un’immagine sfocata di coloro che di oscuro non hanno proprio nulla e penetrano dentro di noi, impedendoci di assumere una posizione chiara e convinta. Io sono caduta in questo tranello, il mio istinto sapeva dove andare, senza aspettare approfondimenti.

a cura di Lucyinthesky

lunedì 26 gennaio 2009

Scissor Brothers going down


La sinistra dalle preposizioni sempre più articolate continua inesorabile nel suo precipizio.
Adesso Vendola fonda Rifondazione per la Sinistra.
A questo punto, toccherebbe agli elettori semplici fondare un partito: Sinistra per la Rifondazione. Un partito di badanti, che stiano dietro gli attacchi senili e autodistruttivi dei vari Bertinotti, Ferrero, Vendola, Di Liberto, impedendogli di farsi/ci ancora del male.
Gli scissionisti della sinistra italiana somigliano sempre di più a quelli di Secondigliano. Quando non ci si capisce più, non vale neanche la pena discutere, meglio mettere mano alle pistole e sparare prima di essere sparati.
Continueranno così, scissione per scissione, fino a che l'ultimo rifondarolo si sarà scisso. Dal ventre in su con la politica delle belle parole, dall'inguine in giù con la politica degli appetiti.
E quando anche l'ultimo degli ultimi si sarà scisso, con buona pace di tutti, il progressismo sarà definitivamente rescisso dal Palazzo e dalla storia d'Italia.
Che fine ingloriosa!
Anche per chiudere un ciclo ci vorrebbero uomini all'altezza.

martedì 20 gennaio 2009

La pace sia in te...


La pace sia con te…


Ti racconto una fiaba, che nel tuo orecchio un seme metterà,/ la tartaruga nella valle,/ sono cento i cacciatori,/ la nostra capra al pascolo./ Dico:-Capra, che hai?/ Risponde:-E’ il cane che mi sta scacciando!/ -Che cos’hai cane?/ -E’ il bastone che mi sta picchiado!/ -Che cos’hai bastone?/ -E’ il fuoco che mi sta bruciando!/ -Che cos’hai fuoco?/ -E’ l’acqua che mi sta spegnendo!/ -Che cos’hai acqua?/ -E’ il cammello che mi sta bevendo!/ -Che cos’hai cammello?/ -E’ il coltello che mi sta macellando!/ -Che cos’hai coltello?/ -E’ il fabbro che mi sta affilando!/ La pace sia con te.”
da Palestina Fiabe, a cura di Wasim Dahmash

(Da L'Altra Riva)

sabato 17 gennaio 2009

Sulla questione israelo-palestinese


Ho scelto Guernica perché rappresenta un massacro, di persone, di animali, di speranze.

Con molta probabilità potrebbe raffigurare lo strazio provocato da un missile israeliano a Gaza, ma potrebbe essere l’immagine di un ristorante di Tel Aviv dopo un attentato.

Sia chiaro che non voglio fare parti uguali tra diversi. La situazione umana nella striscia di Gaza è terribile, inquietante. Le bombe con la stella di David sono omicide e barbare come tutte, non hanno giustificazioni diverse. Anche l’uso dei civili da parte di Hamas non serve né a lenire il dolore né a fare “pari e patta”.
La strumentalizzazione dei civili e delle stragi, il lancio da parte degli aerei israeliani di volantini che avvisano la popolazione dell’imminenza dell’attacco per mantenere la moralità formale su cui Tsahal (l’esercito israeliano) dice di poggiare, sono una rappresentazione farsesca e tragica della violenza dell’uomo e della sua ipocrisia.

Ma in questo clima non sottoscriverei lo slogan “siamo tutti palestinesi” che ho visto ripetutamente sui muri di Roma; né parteciperò a manifestazioni “pro Palestina”. E’ una questione terminologica: dirsi pro-Palestina vuol dire non prendere in considerazione Israele ed il suo diritto a esistere in sicurezza. Serve solo ad alimentare l’odio e a rafforzare l’idea che in quella porzione di terra non ci sia posto per i due popoli. E’ la logica del “o con noi o contro di noi”.

Spero le morti finiscano e ci sia dignità per tutti, senza bombe, muri e vessazioni sui civili.Non so come si possa uscire da questa situazione se non con la politica, con le trattative e le rinunce bilaterali. E’ banale, lo so. Ma preferisco la banalità della speranza alla banalità del male dei missili intelligenti e degli attentati.

Soruprendente!

In tempi bui, fa bene all'anima trovare buoni esempi. Renato Soru è oggi il miglior politico che abbiamo in Italia. Guardate la sua intervista a Otto e mezzo e cercate di trovare un punto in cui dice una sciocchezza o una cosa politicamente sbagliata. Non ci riuscirete. Lo dice uno che appartiene ad ambienti di estrema sinistra, riferendosi a uno che comunista non è mai stato.
In più, non siamo davanti al solito chiaccherone da bar, ma davanti a una persona che ha governato una regione difficile per 5 anni.
Va bene che in mezzo agli zoppi di questi anni, anche Veltroni è sembrato a molti Pelè.
Ma di sicuro, rispetto a Soru, Veltroni appare come un panciuto consulente dell'Enel di mezza età che gioca a calcetto a livelli assolutamente amatoriali.

mercoledì 14 gennaio 2009

Occorre essere attenti...

Non so se rispecchi la personale piattaforma politica di Brad, ma io alla manifestazione di Sabato 17 gennaio per la Palestina ci andrò e pure con molta convinzione.
La linea gotica oggi attraversa la terra santa, e ci chiede di scegliere una parte.
La repressione israeliana è così brutale e disumana che non ci sono "se" e "ma" e "però" che reggano.
In certi momenti, non schierarsi significa stare dalla parte del più prepotente.


lunedì 12 gennaio 2009

Boia Deh!!

E mentre le bombe vengono giù in Palestina e il mondo sembra un postaccio da cui girare a largo, mi chiedo se sia eticamente giusto scrivere post di puro cazzeggio. Domanda retorica, perchè è ovvio che non sarebbe giusto, ma è ovvio che nella natura umana ci sia l'esigenza di ridere anche nei momenti più drammatici.
Tutto questo perché l'altra sera mi sono trovato a ridere per un ora davanti ai filmati del Nido del cuculo su youtube.
Il nido del cuculo è un gruppo di Livorno che si è specializzato nel doppiaggio sboccato di spezzoni di film e cartoni animati. Per chi adora l'accento e soprattutto l'umorismo livornese, questo genere di cose - insieme al Vernacoliere - sono il non plus ultra della comicità.
Dunque per allietarvi la giornata vi linko appena due filmatini (pregandovi di guardarvi gli altri su youtube): Uno riguarda i puffi, l'altro gli immarcescibili teletubbies.




mercoledì 7 gennaio 2009

Commemorazioni Faber / 1


Ri-parleremo di Fabrizio De Andrè.


Per ora, mi limito a dirmi d'accordo con questo pungente commento di Aldo Grasso sulle commemorazioni (sincere o di circostanza) di Faber da parte del re delle commemorazioni.


lunedì 5 gennaio 2009

Ciao ciao ciao ciao a voi tutti bradipi e bradipe


È un gran piacere salutarvi all’inizio del nuovo anno, dopo la lunga pausa natalizia.
Come sempre le feste sono state gradevoli, trascorse con famiglia amici eccetera. Le luci e le ombre natalizie -intermittenti come gli addobbi degli alberi di Natale- hanno avuto per quanto mi riguarda una proporzione positiva. Spero sia stato lo stesso per voi.

Saranno certamente da ricordare alcune chicche di queste feste:

- Mio fratello bradipone che al “-5” del conto alla rovescia del nuovo anno ha avuto un fulminante attacco di sgwarhouse. Ma nonostante lo spasmo ha stoicamente aspettato che entrasse il nuovo anno per dare gli auguri a sua moglie, a me e a pochi altri amici, prima di fiondarsi in bagno per quella che dev’essere stata certamente una seduta spiritica (per rammentare a tutti che l’infido sgwarhouse non va mai in ferie);
- Una visita a punta Palascìa, nel punto più a est d’italia, con un mare ed un cielo bellissimi, in un faro trasformato in un museo naturale (ovviamente la visita è stata seguita da una degna mangiata di orecchiette con ricotta forte);
- Una nipotina in arrivo di cui ho avvertito i movimenti, i saluti e gli auguri di natale, anche se lei è ancora nel suo guscio;
- Uno spettacolo teatrale improvvisato ideato e diretto da Mark Pezman, realizzato presso Irene LaNera, dal titolo “Tagadà Sperimentale” (di cui a breve spero di mostrarvi il video);
- Li turcinieddhri (anche detti gnemmarieddhri, ovvero involtini di interiora di agnello) mangiati durante il pranzo di Natale.

Ringrazio infine tutti coloro che, conoscendomi direttamente, mi hanno inviato degli sms di auguri, soprattutto coloro ai quali non ho risposto (il 98% del totale).

Sempre vostro, bradipo

P.S. Cipputi sei il mio supereroe preferito