venerdì 2 aprile 2010

Femminismo e sesso anale


Analizziamo è la parola giusta. Alcuni giorni fa, a Rai per una notte, Daniele Luttazzi marca il suo ritorno in tv dopo 8 anni di esilio con un fortissimo intervento in cui paragona la condizione del paese nei confronti di Berlusconi al sesso anale tra un lui e una lei, in cui alla iniziale ritrosia della donna, segue un godimento senza più nessuna resistenza. L'intervento è sembrato ai più esilarante, ma ha scatenato diverse critiche, soprattutto dal mondo femminista.
Riassumendo con le parole di una mia amica, le critiche mosse più spesso sono le seguenti:
"Senza moralismi e sessuofobie se l'inculata piace ed è consensuale offende che sia paragonata ad un atto si sopraffazione; "Sembra non volerlo ma le piace" è un concetto che va smantellato decostruito; il mito della donna ritrosa che deve essere convinta al sesso anche con un po di forza sta alla base dello stupro! Poteva scandalizzare e rendere il concetto col sadomaso,il fetish, il bondage, il fisting. L'inculata è quanto di più conformista esista. Non è anche un pò omofobico parlare di sesso anale come metafora dell'asservimento e del male? il linguaggio non è neutro e le parole sono importanti"

Io non sono d'accordo alle critiche mosse a Luttazzi da questa angolazione, e spiegare perché può essere un'occasione di confronto su un tema spesso passato sotto silenzio, come questo.
Ma prima di spiegarmi, voglio fare una premessa a scanso di equivoci.
La battaglia femminista è quanto di più necessario ci sia oggi in Italia. E' Sacrosanta. Fanno bene oggi le donne a mettersi insieme per strappare i loro diritti a una società sessista e arretrata come quella italiana. Anzi, se un difetto noto nel movimento femminista di oggi, è un difetto di volontà generale. Troppe poche sono le donne che oggi in Italia lottano per una reale parità dei diritti in campo privato, nelle relazioni, e in campo pubblico, nella gestione del potere.
Detto questo, tornando a Luttazzi e alla metafora del sesso anale:

Secondo me alla base di critiche come quelle mosse dalle femministe, c'è una scarsa conoscenza del reale. Esistono coppie etero in cui il sesso anale è praticato ed eccita proprio per quel misto di dolore e piacere, di sopraffazione e gioco, che porta con sé. L'entrare dentro il corpo di un altro da un "buco" fatto per altro, è in sé un gesto ancestralmente contronatura. E per molti che lo praticano questa "sensazione" fa parte dell'eccitazione. Andando sui siti porno, ci si trovano tanti filmati amatoriali di coppie, anche italiane, alcuni messi in rete dalla stessa donna, in cui il gioco del "no no, mi fai male, si si stroncamelo in culo", è la regola e in un certo senso la giustificazione stessa del gesto.
Detto questo, chiedo alle donne che leggono il blog, quanti partner vi sono capitati nella vita che davanti a un vostro sguardo serio e a un "non mi va", siano andati avanti con la forza? Pensare che Luttazzi facendo quella battuta, giustifichi lo stupro, è paragonabile ai bigotti che dicono: "Se sei per la liberalizzazione della mariujana stai con l'eroina", oppure "se giustifichi quelli che rompono vetrine alle manifestazioni, sei un terrorista". E' una forzatura logica che non fa altro che allontanare la battaglia femminista dal raggiungimento dei suoi obbiettivi.
E' importante partire dalla realtà, prima che dalla sensazione di disagio di chi è politicamente sensibile al tema.

Scendendo nel particolare dello sketch, forse sfugge che la satira per funzionare, cioè per far ridere, deve rispondere a delle regole precise:
E cioé deve essere accessibile, diretta, univoca.
La sodomia è una pratica conosciuta da tutti, parlare di bondage, o fetish, significherebbe parlare di qualcosa sconosciuto a grosse fette di pubblico generalista. A meno che non si spieghi il significato del termine prima. Ma facendo così si scade nel secondo problema, relativo alla necessità di essere diretti. Quello che fa la differenza tra una battuta che fa ridere e una uguale che lascia tiepidi (e quindi in fin dei conti, la differenza tra un comico e uno qualunque) è in gran parte il ritmo e l'essenzialità della battuta. Se Luttazzi, nel mezzo dell'esempio, si fosse messo a specificare a destra e a manca tutte quelle cose che potevano essere fraintese dalle femministe, avrebbe tolto potenza alla sua battuta. Che per un comico è come per un architetto progettare una casa che non sta in piedi, è l'errore peggiore.
Terza cosa: univocità del messaggio. La battuta deve arrivare dritto al bersaglio, senza tentennare e dare possibili interpretazioni altre del concetto, senza dispersioni di senso.
Se Luttazzi, eterosessuale in un paese a maggioranza eterosessuale, avesse detto, ad esempio - come prongono le femministe nei loro interventi: "Ok, considerate di stare inculando il vostro partner uomo".... Tutti si sarebbero chiesti: "Perchè fa un esempio su una coppia gay? Sta forse scherzando sui gay?" e la metafora tra sodomia e paese sottomesso e contento sarebbe andata a farsi fottere (appunto), seguendo inesistenti dietrologie (ri-appunto).
Dunque, l'unica maniera di fare quell'esempio in maniera efficare, dal punto di vista della satira, era farlo in quel modo.
E nessuno dei miei amici, men che meno io, hanno pensato: Beh si, alla fine alle donne glie piace sempre, anche quando ti implorano di smettere.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

la verità è che, per rimanere nella metafora, la vaselina di Berlusconi è la TV

La politica di questi tempi sta alla Politica come il porno sta al sesso

Anonimo veneziano

Eiaculazione precoce rimedi quì ha detto...

Ma, non so che dire