o non dovrebbero proprio esserci. Di Pietro, ad esempio, ammettendo che io creda nella sua buona fede, non può non comprendere che i suoi interventi danno spazio alla controparte. Questa mattina, ad esempio, avrebbe potuto risparmiarci il suo contributo, poteva stare in mezzo alla gente ad ascoltare se ne aveva voglia, così le tv e i giornali non avrebbero coperto la manifestazione, riportando solo le famose frasi infelici dell’onorevole, distogliendo l’attenzione dei telespettatori e dei lettori. Tempo fa credevo anche nelle potenzialità di Grillo il sovversivo, poi, - non più inconsciamente - condizionata dalla mia tv e da alcuni errori di comunicazione da parte dello stesso, lo seguo a distanza; non metto in dubbio che abbia delle cose da dire, gli concedo anche di urlarle, ma avrei preferito che oggi avesse fatto un breve e sobrio intervento in linea con la dignità delle persone salite su quel palco.Ma il punto oggi è un altro, mi sono emozionata stamattina a sentire alcune testimonianze, sarà che il dolore e la rabbia sono contagiose e si trasmettono facilmente. Troppe connessioni fra passato e presente, che non possono non essere considerate. Ieri ho seguito Matrix con l’intervista a Gioacchino Genchi, sono rimasta perplessa spegnendo l’apparecchio televisivo; ho riflettuto a luci spente, cercando di incasellare i miei pensieri. Non riuscivo a comprendere pienamente alcuni percorsi investigativi e gli strumenti utilizzati, investendo così Genchi di questa aura di spia d’altri tempi, un misto fra un topo da biblioteca e un hacker asociale, il tutto intriso da un piglio assassino. Non sento di possedere tutti gli elementi per analizzare in profondità la questione, senza considerare i troppi atti depositati in troppe procure. Ho seguito il mio istinto e ho deciso di stare dalla parte di questi magistrati allontanati o rimossi dai propri incarichi, mi ricordano tanto altri trasferimenti, ormai scritti nella storia. Mi sono vergognata di non aver preso una posizione prima d’ora, almeno scrivendola a me stessa. Mi son chiesta cosa avrei fatto agli inizi degli anni ‘90, avrei capito subito o avrei dovuto aspettare l’odore della morte per unirmi al coro. Oggi sono diventati più intelligenti a mio parere, la morte smuove il consenso, oggi invece si denigra, si allontana, si insabbia e nel corso del tempo si costruisce un’immagine sfocata di coloro che di oscuro non hanno proprio nulla e penetrano dentro di noi, impedendoci di assumere una posizione chiara e convinta. Io sono caduta in questo tranello, il mio istinto sapeva dove andare, senza aspettare approfondimenti.
a cura di Lucyinthesky




