martedì 10 novembre 2009

Vita quotidiana a L’Avana (ovvero La culpa de la victima)



Vale la pena di ricordare che Cuba è una dittatura. Magari con qualche distinguo, dovuto alla portata politica e materiale della rivoluzione del ’59, ma pur sempre una dittatura.
Così, capita di leggere sul giornale che Yoana Sanchez, blogger considerata dissidente perché vuole raccontare la quotidianità del regime castrista, venga intimidita fino al tentativo di sequestro ad opera della polizia politica. I contorni della vicenda e soprattutto i suoi attori non sono chiari – e non potrebbe essere diversamente – però essa merita attenzione perché non si tratta di persone che scrivono un blog per narcisismo o noia o spirito guascone (categorie nella quali il blog che state leggendo rientra pienamente ) ma di una donna che si ribella all’ottusità del proprio governo, alle condizioni di servitù in cui versa il popolo cubano.
A nulla vale invocare la cattiva stampa contro Cuba o il bloqueo statunitense o – simmetricamente - i successi nella scolarizzazione o in campo sanitario della rivoluzione castrista. Rimane il fatto che a Cuba non c’è libertà sostanziale, non c’è rispetto per le minoranze politiche, nelle questioni religiose, di genere, di pensiero. Paradossalmente, il governo cubano sembra voler rappresentare il proprio paese come uno splendido e alfabetizzato bordello a cielo aperto.
http://www.desdecuba.com/generaciony/

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