lunedì 7 dicembre 2009

Davvero ci salveremo consumando(ci) di meno?


1. Se guardi una foto ingiallita degli anni Settanta, vedi dei giovani magri, stretti in jeans a zampa larga e magliette a righe. Ti senti salire un'invidia e una domanda: come facevano ad essere tutti così magri? Scheletrici, quasi un'altra razza, quasi un altro mondo.

2. A Copenaghen comincia il vertice Onu sul clima. Da anni ormai le associazioni ambientaliste segnalano il rischio letale per il genere umano dovuto al surriscaldamento climatico. Al centro delle preoccupazioni le emissioni inquinanti degli uomini e lo spreco delle risorse. Parola d'ordine: consumare di meno tutto. Acqua, Energia, oggetti, cibo, soprattutto carne.

1+2. C'è qualcosa che non mi convince negli appelli a consumare di meno di questi anni. E' probabilmente l'aria, sottotraccia ma evidente, di rinuncia, di limitazione, che la richiesta impellente porta con sé. Consumare meno, trattenersi, per salvarci. C'è qualcosa del cattolico senso di punizione seguente al peccato, in tutto ciò. Abbiamo esagerato, adesso dobbiamo espiare lo spreco con la morigeratezza. Ma l'appello alla vita non può essere un messaggio in negativo, non si può puntare al futuro partendo da un segno "meno". Anche perché privarsi significa aprire un vuoto, e il vuoto si riempie sempre di qualcosa. Fosse anche il rifugiarsi nella lettura, nei social network, comunque strumenti di consumo. Per leggere questo post ci vuole un pc e una connessione a internet, come per comprare l'ultimo libro di Saramago, o andare all'ultima mostra di arte contemporanea. Ci vogliono soldi, e quindi lavoro. E prendere il tram, o peggio la macchina. E camion che si spostano e manutenzione. Inquinamento.
I giovani degli anni Settanta erano magri perché consumati dalla vita. Passavano il tempo in gruppo, girando da una casa all'altro, organizzandosi, facendo riunioni, o semplicemente stavano insieme. Mangiavano, probabilmente, poco e male, perché troppo impegnati a vivere. Consumavano poco, perché avevano da salvare il mondo. Il loro essere ecologicamente sostenibili derivava dal loro considerare politicamente insostenibile il presente che vivevano.
Dovremmo dunque prendere esempio da loro. Tornare alla vita della condivisione, alla strada, alle poche ore di sonno. Consumare di meno, consumandoci di più.
Sarebbe uno splendido modo per salvare l'Amazzonia, il polo nord, e quello strano insetto tropicale di cui non sospetto neppure l'esistenza.

post scriptum: chiaramente qui si generalizza su una generazione composita e variegata. Ma negare delle comunanze di fondo che attraversano i periodi storici e i loro abitanti, sarebbe enormemente più superficiale.

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