
Ed ecco il mio racconto di ritorno da Amsterdam. Impressioni sparse, quasi una guida per chi non c'è ancora stato.
Innanzi tutto, quando deciderete di andare, qualcuno vi dirà che ad Amsterdam c'è un freddo cane, peggiorato dal vento, e dalla frequente pioggia. Voi (come me) penserete che a quella persona è capitato il periodo sfigato e non porterete né ombrello né giacca a vento. E vi ritroverete (come me) a bestemmiare tutti i santi sotto la pioggia e il freddo, ad ammettere che il consiglio era giusto.
Ad un certo punto vi troverete a chiedere in giro dove mangiare della buona cucina olandese a poco prezzo. Domanda normale in Italia. Ad Amsterdam vi guarderanno straniti e vi diranno di lasciar perdere, che la cucina del posto non è niente di che. Noi ad esempio, ci siamo ritrovati col simpatico amsterdammese-coreano Pim a mangiare al ristorante eritreo "Abissinia", e il giorno dopo a preparare una siculissima pasta melanzane e pesce spada a casa sua (bevendo vino corvo, comprato da lui, giuro!!). A proposito, cucinando abbiamo scoperto che il sale olandese... non sala.
Continuamo con la guida. Capitolo coffeshop e canne. Diciamolo... questi coffeshop sono una fregatura. Praticamente, nella maggior parte dei casi si tratta di piccoli locali dove le nubi di maria rendono l'aria irrespirabile, e in più in diversi non servono neanche alcolici.
Meglio scegliere un ostello con coffeshop all'interno, che in genere risulta meno peso per i polmoni, avendo orari in cui non si fuma.
Veniamo alle mignotte. Che dire? Effettivamente, vederle in vetrina fa uno strano effetto. Effettivamente, alcune sono molto belle, e riescono a farti mettere in discussione per un quarto di secondo i tuoi sani principi di uomo di sinistra. Effettivamente, altre sono grasse e vecchie e tossiche e tristi, e non possono non intristire pure te. Effettivamente, il fatto di vedere in trenta metri quadri, le suddette mignotte vecchie e grasse e un tempio buddista in cui si aspira all'infinito dentro sé, è un bel riassunto del supermarket di emozioni che è il mondo oggi.
Effettivamente, mi ha colpito il silenzio imbarazzato delle ragazze del nostro gruppo mentre passavano accanto alle vetrine. Suppongo, posso solo supporre, umiliazione nel vedere quelle donne ridotte ad oggetto, e disagio nel vedersi normali accanto a ragazzi dagli occhi accesi nel guardare stangone quasi perfette.
Poi di Amsterdam, poco altro da dire. Van Gogh museum bello, anche se è fatto di due strutture, e ci abbiamo messo mezz'ora a capire che l'entrata non era in quella attorno a cui stavamo girando. Tra l'altro, mentre guardavo i famosi girasoli, Van Gogh in persona si è materializzato tra i visitatori, giuro (gli ho fatto anche una foto).
Ah, le crocchette in olandese si chiamano... Crokketten. L'avreste mai detto?
E le biciclette e le cazzo di corsie per le biciclette, dopo due giorni diventi paranoico e guardi sempre per terra nel terrore di venire travolto dalle bici sfreccianti.
Le donne? Belle ma altissime, quindi... fuori target, almeno per Cipputi.