sabato 17 ottobre 2009

I Nobel della speranza

Autunno, cadono le foglie e l’Accademia Reale di Svezia ha premura di comunicare al mondo le proprie decisioni sui premi più ambiti, i Nobel. Ambiti ma forse un po’ arrugginiti, stantii. Per questo, probabilmente, hanno voluto ridare nuovo slancio all’iniziativa sfidando la crisi economica che occupa le prime pagine dei giornali con un’assegnazione a sorpresa: quella del premio Nobel per la Pace a Barack Hussein Obama, neopresidente americano, assegnazione prontamente definita da Furio Colombo come un «premio alla speranza» (Il Fatto Quotidiano, 10 ottobre).
Sarà, ma ho l’impressione che si tratti di un premio alla fiducia più che alla speranza, dopo appena nove mesi dall’insediamento.
Il vero Nobel alla speranza invece è quello assegnato a Olivier Williamson, soprattutto per l’Italia.
Uno dei principali campi di studio di questo economista americano è quello relativo alla perdita di efficienza di un mercato basato sul monopolio (dove un solo agente decide cosa produrre, in quale quantità e quindi a quale prezzo) rispetto ad un mercato in condizione di concorrenza. Questa constatazione apparentemente banale, tale da riaffiorare anche nelle menti di chiunque –in qualunque facoltà-abbia faticato per strappare un sudato 18 all’esame di Economia- è il principale presupposto di tutta la teoria e la legislazione antitrust. La salvaguardia della concorrenza, vale a dire della pluralità degli agenti, come garanzia di efficienza rispetto alle distorsioni monopolistiche. Da qui le famose sentenze che negli USA e in Europa (più da noi, sebbene la vera patria di queste discipline sia oltreoceano) hanno messo sotto accusa perfino il principale tra i monopolisti moderni, Microsoft. La speranza è che dalla governance degli attori istituzionali economici, come il mercato, l’impresa, la legislazione, si passi alla diffusione di una cultura plurale.
La speranza –vana, per ora- è che in Italia si arrivi a comprendere l’importanza del pluralismo nella sfera economica ed in tutte le altre, rendendo pienamente efficaci le legislazioni antitrust, spezzando le logiche corporative e (nel migliore dei casi) oligarchiche del nostro sistema produttivo. Logiche che non riguardano solo le grandi aziende italiane ex-para-forse-statali ma anche altri attori sociali quali gli ordini professionali, i micro-sindacati di categoria, le sale vip-lounge degli aeroporti (piccola stupida licenza, dovuta al fatto di scrivere in volo…).
Vorrei vedere un laureato in CTF aprire una farmacia il giorno dopo la discussione della sua tesi o a scelta una settimana dopo una festa di laurea degna di nota; vorrei non dover dare cinquemila euro (scrivasi 5.000 €) per un atto del notaio. Vorrei evitare di vedere l’amico e socio Cipputi comprare una vecchia, malconcia Lettera 22 solo per andare a fare l’esame da giornalista.

P.S. il premio Nobel per l’economia è stato assegnato ex aequo anche all’economista Elinor Ostrom (foto accanto), prima donna a ricevere il premio in ambito economico. Immediata la reazione del Re di Svezia: «Lei è più bella che intelligente!».

4 commenti:

barbara ha detto...

delusa dallo stupido commento sul premio nobel super meritato di elinor ostrom, oltre che essere una donna economista di tutto rispetto lei é una voce potente sugli studi delle proprietá collettive per le comunitá locali (foreste, acqua e altre risorse collettive)e la loro importanza per lo sviluppo. una voce fuori coro in un mondo che premia l'appropriazione selvaggia di risorse naturali per interessi economici unilaterali.
meglio leggere qualche informazione in piú invece di fare emergere solo commenti non adatti.

http://www.ifpri.org/blog/significance-elinor-ostrom-s-nobel

barbara

bradiponevrotico ha detto...

Impacchetto il commento risentito e lo porto a casa.
Ma il commento non era veramente su Elinor Ostrom, che non conoscevo a differenza di Williamson, bensi' una battuta sui tempi che corrono in Italia.
Ad ogni modo mi informero'.
Saluti

P.S. il nostro uditorio è sempre più esigente...

barbara ha detto...

effettivamente é la prima volta che ti lascio un commento e potevo essere meno antipatica, ma sai quanto sono infantilmente suscettibile su certi temi (donne, sviluppo..), suscettibile quasi quanto sui commenti idioti del nostro premier che sarebbero da censurare e basta...
a presto! b

Anonimo ha detto...

ok ok, niente battute... però cazzo anche lei... poteva evitare di avere un cognome che è l'anagramma di "Mostro!"