domenica 13 dicembre 2009

L'11 settembre di Silvio Berlusconi


Dell'aggressione subita da Berlusconi a Milano poco mi interessano i cori di giubilo che rimbalzano tra sms e commenti su facebook. Onestamente, ci trovo anche tanta vigliaccheria. Che la violenza impone una presenza e una chiamata in causa della responsabilità individuale che non si concilia con la comoda barriera dello schermo di un pc.
Della botta presa in faccia dal premier mi interessa la forza dell'immagine che segue.
Al di là di qualsiasi convinzione ideologica, anche giustificata e legittima, il sangue che copre quel volto, è il sangue che copre la faccia di un vecchio aggredito (e di qui, forse, quel senso di pena che ho provato).
Dunque, il viso sconvolto dalla violenza subita - per una volta non imposta - restituisce la terza dimensione a un'icona che sembrava averne solo due.
Berlusconi colpito al volto è la restituzione di umanità all'icona divinizzata, seppur via catodica, del capo.
A livello incoscio, l'immagine del volto sanguinante di Berlusconi, che verrà riproposta, rimaneggiata, sarcasticamente manipolata, migliaia di volte da qui in poi, comunica qualcosa di tanto banale quanto strabiliante.
L'uomo che ha "diretto" l'Italia per 15 anni, l'uomo che ha vinto sorridente risorgendo dalle sue ceneri politiche più volte, l'uomo invincibile, impossibilitato ad invecchiare, incapace di malinconie che non siano passeggere, l'uomo divinità, è stato colpito. Danneggiato. Ammaccato. Mutilato nella sua perfezione.
L'immagine, questa immagine, segna uno spartiacque dopo il quale nulla sarà come prima nel rapporto tra il capo di Arcore e il popolo italiano.
Seguendo una dinamica simile alle torri gemelle colpite a morte dagli aerei kamikaze.
Il simbolo del potere invincibile che crolla. Quello che nessuno credeva possibile, se non nei sogni frustrati e rabbiosi dell'uomo di strada, diventa possibile.
L'immagine delle torri che crollano diventa ossessione, viene vista e rivista, si imprime nella retina, consumata, ingoiata, risputata, riassimilata, manipolata, artisticamente ridata alla vita, e infine disinnescata. Il trauma scioccante subisce la necessaria rielaborazione del lutto. Del lutto, appunto. Ma un dio morto, o fosse anche soltanto un dio di cui è stata provata la mortalità, non è più un dio. Oggi inizia la fine del carisma divino di Berlusconi.
E il popolo sa essere crudele con la vecchiaia di un despota.

6 commenti:

storico sgrz ha detto...

a Berlusconi deve andare la solidarietà dei democratici senza condizioni. Distinguendo tra la critica anche dura ma civile e l'odio politico verso l'avversario politico

L'aggressione a Berlusconi e l'obbligo di una solidarietà senza se e senza ma

Cipputi ha detto...

Cipputi ha detto...

coincidenza... uno che arriva alle mie stesse conclusioni, con un post che ha il numero 11 nel titolo.

http://leonardo.blogspot.com/2009/12/dar-retta-agli-undicenni.html

Cipputi ha detto...

Ah, sulla solidarietà...
ma vafangulo...
solidarietà a Berlusconi per due graffi sulla faccia...
sarà pure un vecchio oltraggiato... ma sempre un vecchio stronzo è.

Anonimo ha detto...

Anche qui ci sono un paio di problemi.
Il primo: dopo l'11 settembre gli USA stanno sempre lì, Osama ed Al quaeda no.
Il secondo: Berlusconi è già stato visto svenire in diretta, ed in condizioni molto precarie dopo il reimpianto capillare, eppure è ancora lì.
Dunque?

Cipputi ha detto...

Ti sbagli. Gli Usa come potenza invincibile non esistono più.
Ecco perché c'è Obama.
Oggi la vera prima potenza è la Cina.

E non ho mai detto che basti un colpo in faccia a distruggere il berlusconismo.
soprattutto non dall'oggi al domani.
Ho detto che qualcosa è cambiato irrimediabilmente.

Lunobi ha detto...

Analisi intelligente. Sottoscrivo. Grazie.