martedì 9 marzo 2010

Catania non è la Svezia

Pubblichiamo due brevi interviste che un amico del sito, un tale Lorenzo Misuraca, ha scritto per il settimanale Il Salvagente. Si tratta di giornalisti che fanno il loro mestiere in terra di mafia. E come sapete, le due cose sono abbastanza inconciliabili.

Orioles. Catania non è la Svezia

“Noi non facciamo giornalismo, facciamo politica”. Riccardo Orioles preferisce provocare piuttosto che accettare la parte del giornalista paladino dell'antimafia. Anche se i galloni per salire in cattedra ce li avrebbe tutti. Si è formato nei primi anni ottanta dentro la redazione de I siciliani, il primo periodico di informazioni a fare i nomi di mafiosi e politici corrotti di Catania, diretto da Pippo Fava, ucciso dalla mafia nell'84. Quell'esperienza lo ha formato indelebilmente. E dopo esser passato per redazioni di giornali di inchiesta come Avvenimenti, decide di tornare in Sicilia e mettere la sua esperienza a disposizione delle nuove leve di giovani giornalisti siciliani, formando diverse generazioni di cronisti, lanciando riviste, siti internet, network di associazioni, tutti con un'unica parola chiave: antimafia. “Il giornalismo si può fare in Svezia, dove la base della convivenza civile è garantita, qui da noi si può fare solo politica – dice Orioles – in Sicilia, raccontare i fatti in maniera libera e rigorosa significa far politica”. Non a caso in questi ultimi anni, Orioles si è dedicato a progetti di informazione nei quartieri più poveri e ad alto tasso di infiltrazione mafiosa di Catania, Librino e San Cristoforo. In entrambi i casi, aiuta i ragazzi del posto nella redazione di giornali che con inchieste accurate raccontano le ferite aperte del quartiere. Giornali che fanno parte del network che ha il suo fulcro nel portale internet ucuntu.info. “Le intimidazioni non si contano, ad esempio l'altro giorno hanno incendiato due cassonetti di fronte alla sede di un'associazione con cui collaboriamo. Ma a questo quasi non facciamo caso. La vera intimidazione sta nell'isolamento economico e nella mancanza di mezzi. Del resto, anche ai tempi dei Siciliani di Fava, che aveva molto seguito tra i lettori, pubblicità sul giornale non ne faceva nessuno”. Orioles, che è anche direttore responsabile di Telejato, la tv antimafia di Partinico, crede nel giornalismo come mezzo di crescita collettiva: “Siamo riusciti a elaborare delle griglie per impaginare dei giornali utilizzando un programma semplice come OpenOffice. Quando mi chiamano per conferenze in giro per l'Italia porto sempre con me un cd col programma, potrebbe esserci qualche ragazzo che ne ha bisogno per il suo giornale di quartiere”.

Nota: di Orioles leggete le bellissime Catene di San Libero
CONTINUA -

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