giovedì 19 giugno 2008

Milano, 17 giugno 2008

Milano non è una bella città. Ci si può anche sforzare a trovarne i lati positivi ma rimane una città che al visitatore occasionale trasmette la propria vaga o mascherata bruttezza. Però primeggia in molti campi tra cui la musica. Ma è la meta del mio viaggio anche se si presenta con pioggia e grigiore diffuso. “Non pioverà” diceva in treno un disegnatore alla propria donna americana in ansia per il concerto. E invece.
La pioggerella fa da sfondo all’incontro con Guido, in gran forma. A casa di Alessio si parla dell’Ispettore Derrick e degli amici, delle nostre vite e di un arancino. “Ci passano a prendere verso le cinque e mezza, gli amici si Stefano”.

Non sono sicuro di capire questi ragazzi che ci guidano per Milano. Mondi per tanti versi lontani dal mio. Eppure sembrano sinceri. Mi danno l’impressione di essere proprio così, naturali, simpatici, energetici, entusiasti. Spesa, piadine, preparazione panini e beveroni con gintonic e ghiaccio. Abbigliamento avventuroso da concerto e un po’ di casino diffuso.

L’impatto col clima è spietato. Appena usciamo da casa la pioggerella si trasforma in acquazzone. Secchiate. Mantelline ed ombrelli a coprire la preoccupazione più che i corpi. Aspettiamo che il gruppone si ricompatti ed entriamo nell’Arena Civica, dopo una lunga coda. Mi sembra spoglia l’Arena, un po’ trasandata. L’erbetta ha abbondantemente lasciato il posto al fango, in cui affondano le suole. Gli ombrelli (compreso il mio) coprono ancora di più il cielo, lo sguardo è costretto negli spazi brevi e umidi. La pioggia continua a cadere e l’agitazione cresce. I ragazzi si fermano con beveroni et al in mezzo alla pista, alla fanghiglia. Guido sceglie un posto defilato sulla sinistra, al vertice dell’area di rigore. Il palco è coperto dagli ombrelli. Cazzo, dovevo comprare la mantellina! Minchione, ti pare che uno va al concerto con l’ombrello?! Poi il miracolo atmosferico. Sui battiti di 15 steps la pioggia smette, per rispetto.

Il concerto richiede concentrazione sulla musica, ti chiede di chiudere gli occhi e farti trascinare. Il rapporto con il palco, con la musica è intimo, personale. Anche se poi si balla si salta, ci si spinge, ci si appoggia sugli altri, quasi per affetto. In un paio di occasioni però mi sono staccato dalla connessione, appositamente per spiare chi mi stava intorno. Tutti con gli occhi semichiusi, muovendosi a tempo, ipnotizzati come morsi da un ragno con l’occhio strano. Vicino a me Guido e Alessio, totalmente rapiti ma con differenti reazioni. Il tigre che salta ossessivamente, completamente abbandonato. Alessio dondolante, riflessivo, ammirato. E poi anch’io, vivo, felice, dondolante o saltellante, urlante o insofferente alle chiamate telefoniche dei ragazzini. La musica richiede attenzione.

Exit Music in religioso silenzio è un pugno alla bocca dello stomaco. Non ascolto quel brano da tempo. È irrimediabilmente triste, splendido e disperato. Thom alla chitarra da solo sembra Romeo mentre il pubblico senza fiato e parole è Juliet. Sento il bisogno di chiamare qualcuno per allargare la partecipazione, per far sentire quel clima, ma scelgo di non farlo. Sento solo i miei fratelli. C’è da essere felici.

Il concerto si chiude dopo più di due ore e ventiquattro brano. Abbiamo ancora in testa l’odore del concerto e facciamo fatica a esprimere pareri che non siano esclamazioni di godimento animale. La stanchezza a questo punto ci devasta è l’unica possibilità è andare più o meno a dormire.

[…]

Oggi ricomincia tutto. Sveglia, taxi, stazione Centrale, treno per Roma (in ritardo in partenza, per principio). Dormo fin quasi all’arrivo. Poi casa, doccia, barba, cambio e via verso il mio solito lavoro di periferia. Ora mentre ascolto Jigsaw, anche via della Magliana vecchia mi sembra un bel posto.

http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=20&ID_articolo=619&ID_sezione=12&sezione=

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=26154&sez=HOME_SPETTACOLO

http://archiviostorico.corriere.it/2008/giugno/18/Radiohead_ecologici_Trionfo_sotto_pioggia_co_9_080618032.shtml

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ad alcuni appare la Madonna

altri vedono gli spiriti dei luoghi, le fate, i folletti

altri vedono gli intrecci nascosti tra le persone, nelle situazioni

altri vedono i luoghi trasfigurati, nella loro essenza

altri vanno al concerto dei RadioHead...e vedono tutto insieme

buon post concerto

Anonimo ha detto...

ad un mio amico è apparso Thom Yorke vestito da Drag Queen...