domenica 26 ottobre 2008

Circhi Massimi, Medi e Superiori


Ieri manifestazione. Bella, affollata, un po’ troppo silenziosa. Ma io la sentivo molto. Ognuno la pensi come vuole ma io credo che si dovesse battere un colpo, a costo di abbandonare la ragionevolezza e avere qualche caduta populistica. Ne avevano bisogno anche le persone che hanno partecipato, evidentemente in astinenza da manifestazione. Questo non per sminuirne la portata politica ma per sottolineare come la preoccupazione per provvedimenti via via più discutibili deve poter trovare uno sfogo, una protesta (certo anche una proposta ma non esageriamo con la correttezza politica), un sentimento comune da condividere con degli sconosciuti. Un rito collettivo, un rito di democrazia.
Oltre alla ritualità, alle bandiere e le foto, c’erano molte motivazioni in questa manifestazione. Parlo di chi ha partecipato più che di chi ha organizzato. Voglio dirla con sincerità: finché il governo ha proceduto con la normale amministrazione le proteste non sono state poi così sostanziose. Colpevolmente.
La finanziaria, certo, i provvedimenti per contrastare la crisi economica e finanziaria, sono molto importanti. Fondamentali. Ma se non arriva (come si spera) la crisi nera e non si vedono le lettere di licenziamento, non mi immagino gli assalti ai forni. Anche i provvedimenti del ministro Brunetta sul pubblico impiego, la tracotanza del suo argomentare in televisione, vedono un’opposizione nel paese ma da soli non basterebbero, anche perché probabilmente l’ostilità (più o meno giusta) nei confronti della burocrazia è più forte dell’avversione al ministro e c’è in molti un retro-pensiero secondo cui “se non le fa la destra queste cose, non le può fare nessuno”.
Invece questo governo ha deciso di toccare la scuola, l’università e la ricerca. E questo scatena reazioni profonde. Soprattutto per quel che riguarda la scuola primaria. I tagli sistematici e puramente quantitativi, per esempio. Il ritorno al maestro unico. L’idea terribile e spaventosa di dividere i bambini a seconda della provenienza.
Questo è davvero troppo. E non perché il pd o la sinistra abbiano in questi ambiti dei consistenti bacini elettorali. Sarebbe troppo semplice leggerla in questi termini. Ma perché si stanno toccando aspetti legati alle emozioni, ai ricordi di ognuno e soprattutto alle aspettative concrete per il futuro.
Io un po’ rimpiango di non essere nelle università a manifestare e se avessi figli sarei legittimamente preoccupato.E poi, penso che tutto questo sia un segno di vitalità del paese, al di là dei mugugni di pletore di reazionari.

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