venerdì 1 febbraio 2008

Maniaci del giornalismo e dell'antimafia


Pino Maniaci è un giornalista di frontiera. Una delle frontiere più calde che ci siano nel nostro paese. La profonda provincia siciliana. Nello specifico, Partinico, in provincia di Palermo. Da anni è il direttore di Telejato, una televisione locale e indipendente che è diventanta per gli abitanti della zona, ma anche a livello nazionale (diversi i premi vinti e i riconoscimenti), un simbolo di giornalismo libero, che fa nomi e cognomi. E in Sicilia fare nomi e cognomi significa parlare di mafia e di Boss.
Martedì 29 gennaio Pino Maniaci è stato aggredito per strada, dal figlio del boss locale Vito Vitale e da altre persone. E' stato pesantemente picchiato. Questo dopo numerosi avvertimenti e attentati piccoli e grandi ai suoi beni subiti negli anni. Lo stesso giorno Pino si è presentato in diretta con il viso tumefatto per condurre regolarmente il tg di Telejato.
Di questa cosa ne ha parlato anche Repubblica con una videonotizia.
Io Pino Maniaci l'ho conosciuto qualche anno fa, una volta che andai a trovarlo in redazione insieme ad Antò e Aspà. Pino, come tanti giornalisti siciliani liberi, come Peppino Impastato, è persona istrionica e corrosiva, dalla battuta pronta e senza peli sulla lingua.
Di quell'incontro mi ricordo che dopo due minuti che ci eravamo presentati, dicendo che io e Antò studiavamo giornalismo, Pino ci aveva già messo a lavoro per preparare una notizia che doveva andare in onda al tg nel giro di dieci minuti. Ad Aspà toccò fare da voce ad un servizio filmato (tra l'altro sbagliò a leggere il cognome di Pino, che lo rimproverò con un divertente insulto di una volgarità squisita). Fu lo stesso giorno in cui conobbi Salvo Vitale, amico stretto di Peppino Impastato (nel film è quello con i capelli rossi), una persona riservata che parlava con gli occhi più che con le parole. Anche lui collaborava con Telejato.
Perché ve lo racconto? Perché le persone coraggiose vanno sostenute e conosciute quando sono vive.
Allora, vi suggerisco di andare a visitare il sito di Telejato, e se vi va lasciare un commento di solidarietà.

Poi se volete approfondire, vi consiglio di leggere un articolo su Telejato scritto qualche anno fa per girodivite.it da un carissimo amico del nostro blog ;)

Hasta la Sicilia Siempre!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ogni volta che sento parlare di mafia mi incazzo da morire. Perche' tutti i giornalisti, i politici, i commissari di polizia ecccccccccc. parlano sempre come se in Sicilia, Clabria, Puglia e Campania, ci fosse una cerchia ristretta di persone che vessa il popolo. Visione ottocentesca. La mafia al meridione c'e' perche' ce la meritiamo. Col voto di scambio, l'omerta' il voto sempre alle stesse facce, il non voler cambiare e/o lavorare, il mandarle a dire e non guardarsi negli occhi, l'acclamare colui che ci fa la raccomandazione (vedi caso Mastella) ecc. Certo un giornalista che fa nomi e cognomi e' sempre scomodo. Ma piu' scomodo e' l'imprenditore che si ribella. Perche', con la sua coscienza se non limpida sicuramente piu' pulita di quella di molti altri che chinano la testa, se ne va in giro, orgoglioso e testardo, come uno schiaffo in faccia a tutti quelli che la mafia la tollerano. Perche' la delinquenza c'e' dappertutto, la mafia no. Di questo parla il giornalista perfetto nei miei sogni Di una societa' fatta di divieti di sosta e tasse non pagate. Multe fatte togliere dall'amico e fila per la TAC evitata, altro amico. Di una societa' che proprio non vuole sganciarsi dagli anni venti del 20mo secolo, fatta di ipocrisie e scarso senso del dovere comune. Troppo scomodo attaccare una cultura, un popolo, un modo generale e diffuso di pensare. Puntiamo il nostro ditino su chi ne approfitta e ci sentiamo a posto. Il masochista non e' vittima: e' complice.

Cipputi ha detto...

e.t. spero non ti riferisca al giornalista menato...
Perché lui i servizi sul malcostume dei cittadini li fa regolarmente.
Se il tuo era un discorso generale, condivido. Ma non me la prenderei con chi fa bene il mestiere di smascherare i potenti...
è comunque una parte del lavoro da fare per cambiare le cose.

Anonimo ha detto...

"il masochista non è vittima: è complice"
è una frase potente e retorica.

ha in sé la forza della verità ma è retoricamente univoca.

Purtroppo la verità è anche che chi china la testa ha figli, ha famiglia...banale? Forse per chi sta in Sicilia tutti i giorni della sua vita non lo è poi tanto.
Chi china la testa non è solo chi acclama e si accoda alla raccomandazion, è chi non si espone a fare nomi e cognomi in pubblico, è chi subisce ma senza averne vantaggio: forse solo per vigliacca conservazione, per stra-giusta conservazione.

è facile parlare di mafia attraverso simboli, attraverso semplificazioni potenti ("perché tutti i siciliani insieme non si ribellano?"), più arduo diventa parlare di mafia come qualcosa di vicino e nocivo, di qulcosa che non attiene solo a vessazioni, tribunali, giustizia etc, ma anche ad affetti familiari, a speranze spicciole.


E allora è sacrosano sostenere il giornalista che, lui sì, per vocazione per scelta per passione per giustizia per amore della propria terra...si espone e dà il suo contributo al cambiamento.

Come è sacrosanto sottolineare le posizioni di imprenditori che alzano la testa...loro in ritardo, dopo troppa pavidità, ché forse si sono resi conto che la mafia alla fine è parasitaria più che vantaggiosa.

talìa sempri!
Taija sempri!