venerdì 4 aprile 2008

Aperitivo ggiovane


Ieri sera grande opportunità: l’uscita dal lavoro in un orario umano ha aperto grandi spazi d’iniziativa, come non si vedevano dal 1987.
Su proposta del collega sardo di Noroddile, che nel pomeriggio aveva commentato l’arrivo di Walter V. a Sassari, decidiamo di partecipare ad un “aperitivo dei giovani del PD”. Ci diamo quindi appuntamento al circolo degli artisti (la location prometteva bene), lui chiama la sua donna per annunciare questo risveglio democratico e costringerla a partecipare e andiamo.
A parte la denominazione di dubbio gusto (giovani del PD è un nome discutibile) non c’era nulla: no musica, no candidati alla caccia di voti, no materiale informativo, no spillette con la faccia di Walter, niente. C’era solo un gruppo di ragazzi che stazionavano lì, dopo aver organizzato un aperitivo in orario da impiegato delle poste, cercando di raccogliere contatti email da aggiungere ai destinatari delle newsletter elettorali.

Ma dico io, è possibile assistere ad una sciatteria così imbarazzante? Aspettiamo almeno di perderle queste elezioni prima di deprimerci. Se i ggiovani sono così smorti figurarsi gli altri. Già li vedo i plenipotenziari locali del PD che discutono animatamente se siano meglio i garofani o le gèrbere per il funerale del compagno Persichetti…

La scossa della candidatura di Veltroni sembra aver provocato un’onda corta, di breve termine. Non si vede fermento in giro, non si vedono iniziative che diano il segno di una rivitalizzazione, di una maggiore partecipazione. Soprattutto non si vedono iniziative nuove, originali, capaci di creare interesse. Ci sarà una soluzione alternativa tra la politica da avanspettacolo e le riunioni-fiume dei comitati centrali per decidere l’ordine del giorno della riunione? Ci sarà una via di mezzo tra le spille con la faccia di Silvio e la depressione che inevitabilmente sgorga dalla lettura di un ordine del giorno congressuale?
A volte mi sembra che abbia ragione Peppuccio quando dice sembra mancare "la capacità di saper intercettare lo spirito del tempo e renderlo racconto politico perchè, come disse Mitterand a Seguela: “viene eletto l’uomo che riesce a raccontare al proprio popolo il pezzo di storia che desidera farsi raccontare in quell’istante preciso della sua storia, a patto di essere un eroe credibile”".
Che storia intendono raccontare Veltroni e il Partito Democratico? L'innovazione, certo. Una chiave postideologica. Ma a volte si fa fatica a seguire.

E comunque, sento l’esigenza insopprimibile di ribadire ancora una volta che la Corazzata Potemkin è una cagata pazzesca! (92 minuti di applausi)

3 commenti:

Polemia ha detto...

la scossa di walter è un'invenzione della sua strategia elettorale e dei giornalai che gliel'hanno fatta passare. nalla realtà ci sono due fazioni ancora poco amalgamate che hanno gelosie reciproche da guerra dei roses, che hanno i giovani più burocratizzati del pdci, secondi in arrivismo solo a quelli dell'udeur e a pari merito con quelli dell'udc e fi.
certamente in molti dicono che walter ha fatto poco e sicuramente vero che lui ha tolto solo la polvere, ma io sarei pessimista come un vecchio militante: la vera fusione ci potrà essere solo quando a guidare il partito ci saranno quelli che non hanno vissuto sotto uno dei due vessilli delle due italie.

Anonimo ha detto...

La tristezza più grande è che ormai i "ggiovani" del PD assomigliano troppo ai giovani dell'Udeur, udc, Fi ecc... sono lì quasi esclusivamente ad elemosinare un impiego (temporaneo, sottopagato, ecc..)
Solo Di Pietro sembra non avere "giovani" e neanche vecchi....ah già, ma lui è l'unico politico che pronuncia in Tv la parola galera. Fabrizio

Anonimo ha detto...

Perche non:)