venerdì 4 aprile 2008

Pomodori sul grigio neo politicante


Si, vabbene, lo so che la violenza non va mai giustificata, si lo so che il limite tra protesta e violenza è sottile, si lo sooo, che negli anni settanta Lama alla Sapienza e i bulloni, e non si fa e non è giusto...

Però, vedere Giuliano Ferrara a Bologna che rilanciava indietro i pomodori alla folla che lo contestava mi ha proprio messo allegria. In questo mortorio da pensiero unico centrista, dominato da compassati brizzolati veltroni e comici declinanti berlusconi, col contorno di tristissimi giovani del pd che si riuniscono per amarissimi aperitivi... Ferrara e quei trecento scalmanati che si prendevano a pomodorate erano tra le poche cose vive che ho visto in questa campagna elettorale.

E poi, giù la maschera ipocriti benpensanti! Le carognate di Amici miei di Monicelli vi fanno ridere così tanto davanti alla tv, e qualche ortaggio che vola v'indigna?
Si si si, lo soooooo... che il diritto alla parola è sacrosanto ( e infatti Ferrara ha parlato e provocato). Ma meglio umani e discutibili, che morti e disconnessi dalla vita come Walter e Silvio e soci.

Ps: credo di aver deciso, penso che alle regionali in Sicilia voterò per Sonia Alfano presidente. Decisione sofferta, ma alla fine tra i due mali minori (pulizia morale e legame con la realtà insieme a poca esperienza e qualunquismo VS cinismo e corruzione insieme a esperienza e organizzazione), scelgo il primo. E' ora che persone oneste come la Borsellino abbiamo il coraggio di non stare insieme a mafiosi e corrotti, come ce ne sono nelle liste del Pd.

7 commenti:

bradiponevrotico ha detto...

Un giorno di qualche hanno fa dopo una conferenza in università cui aveva partecipato un sindacalista argentino che lavorava in brasile e che aveva aspramente criticato Lula, il relatore della mia tesi mi disse "sono gli intransigenti come lui che rendono impossibili i cambiamenti in america latina".

Sicuramente ci sono altri poteri responsabili ma aveva colto un aspetto importante: la gioia che molti provano a sentirsi minoranza, nella pervicace convinzione di essere dalla parte del giusto, nell'incapacità di sporcarsi le mani con la politica vera.

C'è chi si mette in gioco (anche sostenendo battaglie discutibili come quella di Ferrara) e chi lancia pomodori.

Cipputi ha detto...

C'è un errore sostanziale nel ritenere che lanciare pomodori non sia un modo di mettersi in gioco. Nel ritenere che sporcarsi le mani con la politica corrisponda esattamente all'entrare in un partito e candidarsi alle elezioni. Che idea ristretta della democrazia. Spesso quelli che lanciano i pomodori sono gli stessi che nella vita quotidiana si organizzano in collettivi e comitati e cercano di incidere sul reale. E forse è per questo che sono così arrabbiati quando incontrano dei panzoni che non conoscono altro che studi televisivi e giornali e politici.
Poi, non capisco cosa c'entri la gioia della vitalità col sentimento di minoranza. Se fosse stato il maggioritario Veltroni a pomodare la folla inferocità, avrei scritto lo stesso post.

Anonimo ha detto...

cipputi?!
voti sonia alfano?
mi sono paralizzato per 10 minuti davanti al pc dopo aver letto questa tua affermazione.
boh.
ferrara e gli amici di beppe grillo a me fanno lo stesso effetto - e vabbè, ok, non sono della stessa pasta, non facciamo di tutta l'erba un fascio, però l'orticaria che mi provocano è la medesima.
Mi sembrano entrambi figli di questa società di teleimbinitori, di scaffali dell'esselunga (a roma c'è questa catena di supermercati?), di presenzialisti mai presenti.
Lo so uno è un panzone che - non parliamo di sporcarsi le mani, si sporcano le mani quelli che vanno a fare un volontariato responsabile nei consultori...- con un partito monotematico cavalca l'onda buona di questo momento; ma gli altri sono qualunquisti dell'ultima generazione: qualunquisti impegnati, politicanti da blog.
e non capisco come e perché sonia alfano si sia arruolata nelle loro file.
La disillusione può giocare brutti scherzi.
Un tempo erano gli ideali a fondare i partiti - e poi a fungere da manto per le peggiori nefandezze - ma ora siamo al nulla annacquato.
Mah.

by Un siciliano che ha perso la trebisonda

L'Italia che ha in mente weltroni ci piace? Quella che ha in mente Bertinotti? Quella che ha in mente...

penso di votare pd. ma anche sinistra arco. Una bestemmia? Un disgiungimento controproducente? Ma chi se ne fotte. il diritto di voto mi sta ancora troppo a cuore per non votare.

sennò non cambio governo...cambio paese.

Anonimo ha detto...

comunchi a fotografia i Ferrara chi ci torna tira u pumadoru...evi troppu bella!

Cipputi ha detto...

Beh io ti dico di non dare per scontato che tutti quelli che fanno i gruppi di grillo nelle città siano qualunquisti. E molti di questi gruppi, la politica nel territorio la fanno veramente. Andando nei consigli comunali ad ascoltare e rompere coglioni, facendo petizioni, sensibilizzazione. Metti da parte il folklore di Grillo per un attimo, e le sue degenerazioni... qui c'è da capire se prima bisogna cambiare la base della democrazia vissuta (non quella teorica), rifondandola sulla partecipazione, sulla trasparenza e sull'onesta.
Su questi punti mi sembra che Sonia Alfano sia avanti agli altri candidati. E poi non ti scandalizzare, si vota sempre il meno peggio. Votare qualcuno non significa identificarsi al cento per cento con lui. Se no che devo pensare, che tu adori Veltroni?

Io dico vai su youtube e ascolta gli interventi di beppe grillo a palermo. Non credo che t'illumini, anche lui dice cazzate, ma sui punti fondamentali del vivere civile, mi sembra più avanti degli altri.

Anonimo ha detto...

vedere un simbolo politico con la faccia di grillo mi fa lo stesso effetto che vedere un pacco di pasta su uno scaffale di un supermercato.
in un'epoca dove tutto è immagine...

mah, spero che questi grilli facciano davvero base.

amen

Anonimo ha detto...

Eppure il pomodoro è un ipotesi democratica.
Come la pernacchia.
Come il "fa schifo" di Fantozzi davanti alla costretta visione della Corazzata Potemkin.

Quando il popolo non si sente più rappresentato, anzi, quando il popolo "obiettivamente" non è più rappresentato sceglie anche il pomodoro.

C'è la via della partecipazione nei aprtiti.
C'è la via del "voto" come partecipazione politica nella rappresentatività.
Quando qeusta seconda voce viene fatta cadere, c'è una terza via.
La piazza.

Lo abbiamo visto nella storia più volte.

ricordo semrpe la rivoluzione sanfedista napoletana quando i "lazzari" organizzati (e si, vabbeh, strumentalizzati dalla chiesa...ma qui parlo del "simbolo") preferirorno ricollocare al potere una monarchia moderatamente illuminata, piuttosto che una "repubblica" che non aveva dialogo con loro.
Quindi, accetto, e non denigro.
Non lo considero "politicamente scorretto" anzi, la vivo come una volontà di partecipazione, laddove non è più possibile partecipare. Non sempre.

Per quanto riguarda le elezioni c'è una parte di me che sta fortemente pensando di non votare, o forse, di farsi annullare la scheda.
Non credevo sarei mai arrivato a questo.
Lo consideravo un gesto di "non partecipazione, di disinteresse e qualunquismo",ed invece la cosa amara è che, se ci arrivo, lo faccio proprio per interesse.
Un interesse fortissimo nei confronti della mia integrità morale, quella che vorrei riacquisire, quella da cui dovremmo tutti partire.

Piango l'ipotesi di un Berlusoni al governo.
Mi offende l'ipotesi di un Veltroni al governo.
Mi delude qualsiasi altro voto per me plausibile.

Anche qui ho due scelte:
La prima è quella di votare il "meno peggio".

Ma mi domando: veramente così si può "ripartire"? Veramente così si può cambiare qualcosa? Da cosa realmente occorre partire per cambiare?

Io ripartirei dal concetto di democrazia e di partecipazione; che non è esattamente quello che ci viene insegnato e che esiste, la democrazia intendo, solo quando in uno stato esistono i presupposti per la democrazia.
L'Italia li ha persi.

Allora c'è una seconda via quella di applicare quel passo meraviglioso, che non so a memoria, dell'Apologia di Socrate di Platone...quando Platone fa dire a Socrate che un uomo, quando sceglie, dovrebbe porsi la domanda: "e' giusta questa scelta?" molto prima che porsi la domanda "cosa ne viene da questa scelta?".

Se io dovessi scegliere questo criterio, allora non mi recherei a votare.
Perchè in una democrazia che abbia senso si vota ciò che ci rappresenta, ed io, sinceramente, non sono rappresentato esattamente da nessuno.
Probabilmente come l'italiano dei pomodori.

Vi dico, scusate se questo post è prolisso, quello che mi fa più schifo in questo momento?
le scelte di questa campagna elettorale che, secondo i nostri politici, rispettano quello che l'Italia voleva.
Non capisco.
Non voterei mai Berlusconi perchè ritengo illegittima la sua partecipazione attiva da politico alla vita di questo paese, per i motivi che sono evidenti a tutti.
Come faccio a votare un politico, Veltroni, che ritiene che Berlusconi sia da legittimare?