lunedì 14 aprile 2008

Quel drago di Draghi


Ha avuto grande eco in Italia l’approvazione da parte del Financial Stability Forum di un documento in 65 punti finalizzato a fronteggiare la crisi economica e finanziaria in corso, che ha avuto origine dal mercato immobiliare americano e dalla cartolarizzazione dei mutui nei cosiddetti suprime. Fin qui nulla che possa accendere l’attenzione del vasto pubblico. La notizia sembrerebbe, infatti, destinata a essere confinata nelle pagine dell’economia, solitamente saltate dalla gran parte dei lettori. Se non fosse per un particolare: che il presidente del Forum, che dà il nome alla proposta, è Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia. Al di là dell’importanza delle raccomandazioni ai governi del G7 e alle istituzioni finanziarie internazionali, è interessante notare come la notizia arrivi proprio a ridosso di un turno elettorale particolarmente incerto, in cui la legge elettorale e l’umore altalenante degli italiani sembrano poter partorire una situazione di ingovernabilità, con la Camera al Popolo delle Libertà ed il Senato sostanzialmente ingovernabile.
Se così fosse bisognerebbe travare un candidato dal profilo istituzionale, capace di traghettare l’Italia nelle acque perigliose di una crisi economica internazionale.
Chi meglio del governatore della Banca d’Italia potrebbe garantire credibilità internazionale e altrettanta affidabilità istituzionale? A mio giudizio, nessuno.
Inoltre, Mario Draghi sembra essere perfetto per entrambe le parti: economista pupillo del liberal Franco Modigliani, formato tra l’Italia e gli USA, direttore generale del Tesoro con Ciampi; ma anche alto dirigente di Goldman Sachs, con una notevole esperienza nel mare infestato di squali e squaletti della finanza internazionale.
Sarebbe talmente adatto al ruolo da incappare nelle invidie di tutto il corpo politico nazionale. E questo sarebbe il suo principale punto debole.

1 commento:

Anonimo ha detto...

mi sembra che non ci siano più le premesse...

brad