lunedì 21 aprile 2008

La condizione depressiva della Lucertola


Fine settimana all'insegna del farsi coraggio. Per fortuna, la realtà offre grandi spunti d'ilarità. Per fare un esempio emblematico, mi sono trovato all'assemblea convocata da vari esponenti della sinistra italiana (tra cui Paolo Ginzburg) a Firenze, per commentare i risultati elettorali. All'entrata del Palacongressi troneggiava una bandiera della sinistra arcobaleno, quasi oscurata dal manifesto del congresso in corso nello stesso edificio: "La condizione depressiva". Converrete con me, cari compagni e care compagne, che l'accostamento parve a tutti per nulla casuale e riscosse negli astanti ilare apprezzamento.
Non starò qui a dire come la maggior parte dei pochi interventi che ho sentito all'assemblea, non riuscissero a discostarsi dalla dicotomia "tornare ai partitini o continuare insieme", quando il realtà il problema è: "stiamo ancora dentro questo paese o siamo finiti in un livello parallelo del gioco in cui noi non possiamo comunicare con gli altri, né avviene il contrario"?
Da segnalare, l'intervento di un militante toscano che ha raccontanto a mo' di massima del nonno, la storiella del millepiedi con le zampe doloranti e del saggio gufo, davanti a una platea attonita.
Il pomeriggio ho incontrato due vecchie amiche fiorentine dell'università. Enorme piacere dei ricordi e del rimettersi in pari con le novità. E una di loro che dice: "No, non sto più accanto al centro sociale, ora ci hanno fatto una ipercoop.. c'è un casino infernale. Mia madre dice che era meglio quando c'erano i frikkettoni... e per dirlo mia madre!". Che volete, sono piccole soddisfazioni, di fronte al Mercato che avanza senza guardare in faccia a nessuno.
La sera, festa di laurea dell'Highlander Marchisiello a Siena. Anche lì, incontro con amici dell'università che non vedevo da tempo. Voglia di divertirsi, stanchezza da settimana lavorativa sotto gli occhi di tutti, o quasi. Finale obbligatorio col neodottore a petto nudo con cravatta legata in testa a ballare sul tavolino. Questo racconteremo ai nostri nipotini sulle nostre usanze alle feste di quando eravamo giovani.
E in tutta questa roba, tentativi di psicoanalisi collettiva, telefonica e di presenza, degli amici sinistrati che in tutti questi anni hanno lottato per cambiare l'Italia e ora si sentono gettati via come un calzino... e io a dirgli: "C'è meno differenza di quello che pensi tra te e quella lucertola che sta passando... siete tutte e due animali che nascono, campano e muoiono". "Si, ma le lucertole non fanno la guerra". "Si, ma le lucertole rompono i coglioni". Come sempre, la mia dialettica è invicibile, e supera perfino i mali del mondo. Ridiamoci su, che ha da passà a nuttata.

5 commenti:

bradiponevrotico ha detto...

caro socio, questo è il post che più mi piace. in fondo nella lieve depressione post elettorale, siamo tutti accomunati. soprattutto dopo che ho saputo di alcune inquietanti scenette che il futuro pres.delcons. ci ha riservato per la venuto del suo amico Vladimiro Putin.
Mi piace la domanda "stiamo ancora dentro questo paese o siamo finiti in un livello parallelo del gioco in cui noi non possiamo comunicare con gli altri, né avviene il contrario", perchè racchiude il senso di una incomunicabilità, di una diffidenza.

Consolazione. Domani (oggi) concerto in campidoglio con Capossela e SudSoundSystem. Potrei passarti a prendere col bolide.

Anonimo ha detto...

Cari Cipputi (con cui ho trascorso alcuni dei momenti narrati) e caro Bradipo, confesso anche io la condizione depressiva comunitaria, ma direi che siamo un preda a uno psicodramma collettivo. Come uscirne? Mah, la sinistra patetica ci ha sempre insegnato tanto...
e poi c'è sempre l'espatrio come extrema ratio..

http://teoraventura.ilcannocchiale.it

(stefano)

Cipputi ha detto...

Czzo, stasera festa di laurea di Antonello, Highlander romano.
Quindi niente Capossela.
Per quanto riguarda l'espatrio... sono per resistere il più possibile: ci è stato dato un tempo e un luogo da vivere... proviamoci.

Anonimo ha detto...

caro Cipputi, l'esparito...?

Ma siamo proprio sicuri sicuri di non averlo già vissuto?

Forse siamo partiti per studiare, ma restare in una città dove non si hanno parti di beni immobili è qualcosa che all'espatrio assomiglia.
sì viaggiare...
sì scoprire...

però la fuga di cervelli e di corpi e di braccia dalla sicilia riguarda anche noi.

ammetto che la mia è una visione estremistica.
ma in questo momento se non decidi di fare l'operatore para-sanitario, e se non baci centinaia di culi (in vari modi), in sicilia di lavoro non ne devi manco parlare per scherzo.
- dunque...

comunque Lombardo ha detto che stanno istituendo una Commissione Regionale Anti-Assistenzialismo. Aspettano solo i fondi da Roma!(l'ho letta su Paparazzin)

Anonimo ha detto...

mi riferivo all'espatrio. non all'esparito